Gaza (Striscia di Gaza), 18 nov. (LaPresse/AP) – Ancora raid israeliani su Gaza nella notte, mentre la diplomazia è al lavoro per provare a raggiungere un cessate il fuoco. Negli attacchi aerei di oggi sulla Striscia sono rimasti uccisi sette civili palestinesi e cinque di loro sono bambini di età compresa fra uno e 11 anni. In uno delle decine di raid sono morti inoltre due adolescenti, mentre nella notte sembravano diminuiti i razzi sparati dal territorio palestinese. La polizia israeliana ha fatto sapere che due razzi sono stati lanciati verso Tel Aviv, ma sono stati intercettati dal sistema di difesa di Israele. Nella notte l’aviazione israeliana aveva colpito due media center a Gaza, provocando il ferimento di almeno sei giornalisti, uno dei quali ha perso una gamba. Intanto migliaia di soldati israeliani restano schierati lungo il confine, in attesa di ricevere ordini, ma il presidente egiziano Mohammed Morsi ha ventilato ieri la possibilità di una tregua.

LE VITTIME. Secondo fonti sanitarie, il bilancio dei palestinesi morti dall’inizio dell’operazione lanciata da Israele sono 49. Tre invece le vittime israeliane. Sarebbero oltre 400 i civili feriti. I raid di Israele hanno inoltre danneggiato parte della rete elettrica lasciando senza corrente oltre 400mila persone nel sud di Gaza, ha fatto sapere la società che si occupa dell’erogazione. L’operazione è iniziata mercoledì con l’uccisione del comandante dell’ala militare di Hamas, Ahmed Jaabari, ed è continuata senza sosta.

RAID SU MEDIA CENTER A GAZA. Due i media center colpiti da raid israeliani a Gaza. Uno, in piena notte, ha raggiunto il complesso Al-Shawa dove hanno sede alcuni media locali e stranieri tra cui l’emittente televisiva con base in Libano al-Quds Tv, la rete tedesca ARD e Kuwait tv. Secondo l’agenzia di stampa Ma’an, ci sarebbero sei feriti, tutti giornalisti di al-Quds Tv, e uno di loro ha perso una gamba. Un secondo attacco ha colpito poi un altro media center: due missili sono stati lanciati sul 15esimo piano dell’edificio dove hanno sede gli studi di Al-Aqsa tv. I soccorritori hanno fatto evacuare diverse persone rimaste ferite.

Questo attacco ai media di Gaza “ha un significato orribile”, dice a LaPresse la cooperante italiana Meri Calvelli, che si trova a Gaza. “Sanno che radio e televisioni fungono da comunicatori per tutta la popolazione”, se messi fuori uso non avranno più “la possibilità di dire cosa succede nel caso in cui arrivasse un attacco da terra”, prosegue. La Calvelli da anni lavora a Gaza e fa parte dell’Associazione di cooperazione e solidarietà.

Sgomento anche nel commento di un cameraman palestinese, Mohammed Shrafi. “Vogliono impedirci di dire la verità”, commenta Shrafi, raccontando che al momento dell’attacco al secondo complesso si trovava per strada a fare delle riprese. Spiega che è stato raggiunto da schegge che provenivano dall’edificio colpito. Al momento del raid, molti giornalisti che si trovavano all’interno si sono raccolti nel corridoio d’ingresso.

NELLA NOTTE RAID SU GAZA DA CIELO E MARE. “Hanno bombardato da cielo e mare, attaccando e colpendo i palazzi dei media center che ospitano radio e tv, li hanno bombardati per mettere fuori uso tutta la comunicazione interna”, racconta ancora Meri Calvelli. La cooperante continua poi a descrivere la difficile situazione: “Sappiamo che le navi sono a 300 metri dalla costa e hanno bombardato il ponte che collega una parte all’altra di Gaza. Hanno fatto credere che ci potesse essere una tregua e poi invece hanno cominciato a bombardare incessantemente. Sembra un terremoto senza sosta”.

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