Gaza (Striscia di Gaza), 21 nov. (LaPresse/AP) – Mentre al Cairo gli sforzi diplomatici sono riusciti a strappare il cessate il fuoco, che entrerà in vigore questa sera, il numero dei morti nella Striscia di Gaza è continuato inesorabilmente a salire. Le vittime palestinesi negli otto giorni di raid sono almeno 161, l’ultima delle quali, un residente di Gaza, uccisa da un raid pochi minuti prima che la tregua scattasse. Ma le tensioni e la paura oggi hanno travolto anche Tel Aviv, già obiettivo nei giorni scorsi di alcuni lanci di razzi intercettati e annientati dal sistema anti-missile Iron Dome. Intorno a mezzogioro la capitale israeliana è stata infatti teatro di un attentato contro un autobus, nel quale sono rimaste ferite 27 persone.
FESTAGGIAMENTI IN STRADA. Dopo una settimana chiusi in casa per la paura dei raid israeliani, gli abitanti di Gaza sono scesi in strada per festeggiare il cessate il fuoco. Alcuni uomini armati hanno sparato in aria allo slogan ‘Allah è grande’ che risuonava dagli altoparlanti delle moschee. Molti residenti si sono abbracciati e baciati, mentre altri distribuivano caramelle e sventolavano la bandiera di Hamas. “Spero solo che rispettino la pace”, ha detto Abdel-Nasser al-Tom, che abita nel nord della Striscia di Gaza. Nonostante le celebrazioni per la tregua tra Israele e Hamas, I lanci di razzi verso il sud di Israele continuano oltre due ore dopo l’inizio del cessate il fuoco. Le scuole dell’area dovrebbero restare chiuse domani come precauzione contro i missili.
UCCISO BAMBINO DI 4 ANNI. Tra i 161 palestinesi uccisi negli otto giorni di offensiva, almeno 60 sono civili, molto bambini. Tra loro anche Abdel-Rahman Naim, quattro anni appena, ferito oggi in un raid contro il palazzo che ospita gli uffici dell’agenzia Afp. Il piccolo è deceduto nel trasporto verso l’ospedale Shifa. Cinque persone hanno perso la vita invece nelle notte, quando almeno 30 attacchi hanno colpito anche edifici di ministeri, tunnel al confine, una villa e uffici dei media collegati ad Hamas. Resta invece di cinque il numero delle vittime in Israele, causate dai razzi lanciati da Gaza.
L’ATTENTATO DI TEL AVIV. L’esplosione nella capitale israeliana è avvenuta attorno a mezzogiorno. Tra le 27 persone ferite, tre sono in condizioni serie. La polizia israeliana, tramite il portavoce Micky Rosenfeld, ha fatto sapere che si è trattato di un attentato terroristico. Al momento dello scoppio l’autobus si trovava su una delle principali arterie stradali della città, di fronte all’entrata del Kyria, il quartier generale dell’Idf, l’esercito israeliano. La polizia ha stabilito posti di blocco nella città, per tentare di individuare e fermare i responsabili dell’attacco. Secondo al-Jazeera un attentatore sarebbe stato arrestato, ma non c’è conferma ufficiale della notizia.
RIVENDICAZIONE. Benché non sia arrivata alcuna conferma ufficiale, l’unico gruppo ad aver rivendicato l’attacco è il Fronte popolare per la liberazione della Palestina-Comando generale. Il gruppo, che ha sede a Damasco e ha tra i suoi seguaci formazioni palestinesi e della Cisgiordania, non ha però fornito prove della veridicità delle sue affermazioni. Le Brigate al-Qassam, braccio militare di Hamas, hanno elogiato il gesto su Twitter, con le parole: “Idf (esercito israeliano, ndr), vi avevamo avvertiti che le nostre mani benedette avrebbero raggiunto i vostri leader e i vostri soldati ovunque fossero, ‘avete aperto le porte dell’inferno a voi stessi'”.
LA CONDANNA DEGLI USA. “Gli Stati Uniti – ha commentato il segretario di Stato americano Hillary Clinton, prima di recarsi al Cairo – condannano con forza questo atto terroristico e i nostri pensieri e preghiere sono con le vittime e il popolo di Israele”, mentre “sono pronti a fornire qualunque tipo di assistenza di cui Israele possa avere bisogno”.
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