Bruxelles (Belgio), 4 dic. (LaPresse/AP) – La Nato ha approvato il dispiegamento in Turchia di missili Patriot per la difesa aerea, da installare vicino al confine per contrastare la minaccia proveniente dal conflitto che sta insanguinando la Siria. “Stiamo con la Turchia nello spirito di una forte solidarietà. A tutti coloro che volessero attaccare la Turchia diciamo: ‘Non pensateci nemmeno!'”, ha detto il segretario generale dell’Alleanza, Anders Fogh Rasmussen, al termine del vertice che si è tenuto oggi a Bruxelles tra i ministri degli Esteri dei Paesi membri della Nato. Rasmussen ha sottolineato che il dispiegamento del sistema Patriot, che include missili, radar e altri equipaggiamenti, non sarà comunque un primo passo verso una no-fly zone su qualche parte del territorio siriano, o una sorta di operazione offensiva contro Damasco.
LA RICHIESTA TURCA. Lo scorso 21 novembre Ankara aveva chiesto all’Alleanza atlantica di rafforzare le sue capacità di difesa a causa delle violenze in Siria, per il timore che il conflitto possa espandersi. I leader della Nato avevano più volte assicurato in passato che alla Turchia sarebbe stata garantita tutta l’assistenza necessaria. Fonti ufficiali hanno spiegato che i Patriot saranno programmati in modo da intercettare solo eventuali colpi provenienti dalla Siria, che entrassero nello spazio aereo turco, ma non potranno penetrare in territorio siriano in modo preventivo.
DETTAGLI DA DEFINIRE. La decisione presa dalla Nato, ha sottolineato ancora il segretario generale, potrebbe aiutare ad allentare le tensioni sul confine, attraverso il quale decine di migliaia di rifugiati siriani sono fuggiti negli ultimi mesi, e che è emerso come punto di transito cruciale per le armi trafficate dai ribelli anti-Assad. Nonostante l’annuncio di oggi, la Nato deve ancora definire i dettagli del dispiegamento e del numero di batterie per la Turchia. Un team congiunto sta valutando i possibili siti in cui posizionare i Patriot sul territorio, e i parlamenti di Germania e Olanda (che potrebbero fornire alcune batterie della versione Pac-3 del Patriot) dovranno approvare l’operazione, in cui sarebbero coinvolte alcune centinaia di soldati. Il dispiegamento, aveva fatto sapere nel primo pomeriggio Rasmussen, potrebbe avvenire nel giro di “poche settimane”. In precedenza, la Nato aveva installato batterie di Patriot a lungo raggio in Turchia nel 1991 e nel 2003, durante le guerre in Iraq. Ma i missili non sono mai stati usati e sono stati ritirati alcuni mesi dopo.
LAVROV: STOP A MILITARIZZAZIONE. Oggi a Bruxelles era presente anche il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, che è intervenuto sull’argomento. “Non stiamo cercando di interferire con il diritto della Turchia” alla difesa, “stiamo solo dicendo che la minaccia non dovrebbe essere sopravvalutata”, ha commentato davanti ai giornalisti. Lavrov ha sottolineato che i colpi di artiglieria provenienti dalla Siria, che hanno raggiunto nei mesi scorsi la Turchia, sono stati accidentali, e ha quindi ammonito che il conflitto “sta venendo sempre più militarizzato”. Più armi nella zona, ha aggiunto, possono solo aggiungere altri problemi. Rivolgendosi a Lavrov e a colleghi della Nato, il segretario di Stato Usa Hillary Clinton, ha invece spiegato come Washington e Mosca hanno ancora differenze di visione sulla transizione politica necessaria in Siria. La Clinton non ha fatto riferimento diretto alla richiesta di Patriot da parte della Turchia, ma ha sottolineato come i tentativi della Nato di portare avanti una difesa missilistica in generale “non sono rivolti alla Russia, né la minacciano”.