Giacarta (Indonesia), 18 dic. (LaPresse/AP) – Fu un errore umano a causare lo schianto dell’aereo Sukhoi Superjet-100, che lo scorso 9 maggio si scontrò contro un vulcano nel corso di un volo dimostrativo in Indonesia. Nell’incidente persero la vita tutte le 45 persone a bordo. È quanto reso noto oggi dalla Commissione nazionale sulla sicurezza dei trasporti indonesiana. Il presidente della Commissione, Tatang Kurnaidi, ha riferito ai giornalisti che le registrazioni della scatola nera mostrano che pochi istanti prima dell’incidente il comandante stava parlando nella cabina di pilotaggio con un potenziale acquirente del velivolo, sviluppato da Sukhoi Civil Aircraft Company in collaborazione con Alenia Aermacchi.
Trentotto secondi prima dello schianto gli strumenti di bordo attivarono l’allarme che avvertiva di prendere quota, a causa di una eccessiva vicinanza al terreno. In seguito lo stesso allarme suonò altre sei volte, ma l’equipaggio lo spense perché ritenne si trattasse di un errore della strumentazione, ha proseguito Kurnaidi. In base alle simulazioni effettuate per comprendere la dinamica dell’incidente, ha aggiunto, l’equipaggio avrebbe potuto evitare l’incidente se avesse reagito entro 24 secondi dal primo allarme.
“L’equipaggio non era a conoscenza della zona montagnosa che ha incontrato lungo la rotta”, ha dichiarato Kurnaidi, aggiungendo che il servizio radar di Giacarta era inoltre sprovvisto di un sistema nella zona dello schianto che potesse informare gli equipaggi degli aerei in transito sulle altitudini minime da tenere. Il pilota, il russo Alexander Yablontsev, aveva oltre diecimila ore di volo alle spalle e scese da tremila a 1.800 metri di altezza per non complicare eccessivamente l’atterraggio all’aeroporto Halim. Tuttavia l’eccessiva nebbia lungo la rotta gli impedì di vedere le montagne di fronte a lui.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata