Anchorage (Alaska, Usa), 2 gen. (LaPresse/AP) – L’incidente avvenuto alla nave da trivellazione Kulluk, arenatasi nel corso di una tempesta su un’isola dell’Alaska e di proprietà della Shell, dimostra come le compagnie petrolifere non siano ancora pronte per iniziare a lavorare nelle acque del Mar glaciale artico. È quanto sostengono gli ambientalisti del Pew environment group, spiegando che i venti e le onde che hanno mandato la nave alla deriva sono tipici nel nord del Pacifico e nell’Artico. Le condizioni ambientali e la mancanza di infrastrutture in una zona così a nord renderebbero inoltre i mammiferi marini particolarmente vulnerabili a un’eventuale perdita di petrolio. La Shell in un comunicato ha annunciato che imparerà molto dall’incidente e che resta fiduciosa nelle proprie possibilità di operare con sicurezza nell’Artico.
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