Beirut (Libano), 5 gen. (LaPresse/AP) – Il presidente siriano Bashar Assad terrà domani un discorso alla nazione, che si concentrerà sugli sviluppi della situazione in Siria. Si tratta del primo discorso da mesi, e arriva in un momento di forti scontri tra le truppe governative e i ribelli nei sobborghi di Damasco. Solo oggi si registrano almeno 45 vittime in tutto il Paese.

VIOLENZE IN SOBBORGHI DAMASCO. Gli scontri più intensi si sono avuti a Harasta e Daraya, sobborghi a sud della capitale. Secondo quanto riporta l’Osservatorio siriano per i diritti umani, i combattimenti di Daraya hanno causato dieci morti, tra cui sei ribelli. Altre 35 vittime si registrano negli scontri in altre zone del Paese. L’esercito ha inviato a Daraya nuovi rinforzi, per cercare di cacciare i combattenti dell’opposizione. Il sobborgo si trova a pochi chilometri da una base aerea militare strategica, a ovest della capitale. Riprendere il controllo dell’area consentirebbe al governo di tornare a garantire la difesa della sicurezza di Damasco. Le truppe del governo, fa sapere ancora l’Osservatorio, hanno inoltre arrestato diversi residenti nel corso di una serie di raid nel sobborgo di Qatana. Forti scontri si sono registrati inoltre nella provincia centrale di Hama, a Idlib e nella parte meridionale del Paese, a Daraa, luogo dove è scoppiata la rivolta, ma anche sulla strada che porta all’aeroporto internazionale di Damasco. Lo scalo non funziona da dicembre, quando i combattimenti nell’area hanno costretto le compagnie a interrompere i voli.

MORTO GIORNALISTA TV FILO GOVERNATIVA. Intanto oggi, un giornalista della tv siriana filo governativa Addounia è morto per le ferite riportate in una sparatoria avvenuta quattro giorni fa nei sobborghi di Damasco. Suheil al-Ali – questo il nome del reporter – era rimasto ferito dopo che, ha spiegato l’agenzia Sana, un “terrorista” gli aveva sparato contro mentre tornando dal lavoro.

SFORZI INTERNAZIONALI. Se non c’è pausa negli scontri, continuano anche le attività internazionali per cercare di mettere un freno al conflitto. Il vice ministro degli Esteri siriano Faisal Mekdad è stato oggi a Teheran per discutere della situazione con il ministro degli Esteri iraniano Ali Akbar Salehi. A Ryadh, invece il ministro degli Esteri saudita Saud al-Faisal ha incontrato l’omologo egiziano, Mohammed Kamel Amr. Oltre a chiedere un’immediata fine delle violenze e una soluzione politica per la Siria, Salehi ha dichiarato che il governo di Assad ha ormai perso la sua legittimità “in patria e all’estero”. Intanto, un funzionario anonimo fa sapere che nei prossimi giorni i ministri degli Esteri della Lega araba terranno un incontro di emergenza al Cairo per discutere di come assistere i rifugiati siriani in Libano. Oltre mezzo milione di siriani sono fuggiti dalle violenze del conflitto e hanno cercato rifugio nei Paesi vicini. In Libano sono arrivate 130mila persone. Il governo di Beirut ha richiesto 180 milioni di dollari ai donatori internazionali per gestire l’emergenza.

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