Tokyo (Giappone), 23 gen. (LaPresse/AP) – Non era sovraccarica la batteria agli ioni di litio che nelle scorse settimane ha preso fuoco su un Boeing 787 Dreamliner della All Nippon Airways, costringendo il velivolo a un atterraggio di emergenza. Lo rende noto il presidente della Commissione della sicurezza dei trasporti del Giappone, Norihiro Goto, spiegando ai giornalisti che la scoperta è stata fatta in seguito a un esame condotto sulla scatola nera dell’aereo. Le parole di Goto contraddicono le precedenti affermazioni della sua agenzia, che sta lavorando a fianco della Federal aviation administration statunitense per studiare il caso. Entrambe le agenzie stanno indagando sulla GS Yuasa, la compagnia produttrice della batteria difettosa, e stanno esaminando l’accumulatore con l’aiuto di una macchina per la TAC presso uno stabilimento dell’ente aerospaziale giapponese. Anche le autorità statunitensi hanno reso noto di non avere trovato segni di sovraccarico nella batteria che si è incendiata su un 787 della Japan Airlines mentre si trovava sulla pista dell’aeroporto Logan di Boston.

Il voltaggio massimo della batteria registrato dalla scatola nera è di 31 volt, ha spiegato Goto, valore inferiore ai 32 volt indicati come limite massimo. Tuttavia i dati mostrano anche che c’è stato un calo improvviso e immotivato nel voltaggio. Solitamente negli aerei di linea non vengono usate batterie al litio come quelle montate sui 787 e gli investigatori stanno ancora cercando di capire cosa sia andato storto. “Non è che sia difficile, è che non abbiamo familiarità con il problema”, ha detto Goto. L’ente sulla sicurezza giapponese ha aggiunto che studierà anche la batteria ausiliaria del Dreamliner e comparerà i dati estratti da entrambe. In seguito all’atterraggio di emergenza del volo ANA del 16 gennaio, tutti e 50 i 787 consegnati dalla Boeing alle linee aeree sono stati fermati a terra, e la compagnia americana ha fermato le consegne dei nuovi aerei fino a quando non verranno risolti i problemi elettrici.

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