Londra (Regno Unito), 23 gen. (LaPresse) – Un’Unione europea troppo distante dai cittadini, con una struttura troppo rigida e incapace di garantire le regole del mercato unico. Con queste motivazioni, in un lungo discorso rivolto a partner europei e popolazione, il premier britannico David Cameron ha lanciato questa mattina ufficialmente la proposta di un referendum sulla permanenza del Regno Unito nell’Ue. L’uscita, ha ammonito Cameron chiedendo con forza un nuovo accordo che regolamenti l’Unione, “sarebbe un biglietto di sola andata”.

DIVARIO DAI CITTADINI. Limitarsi a “chiedere al popolo britannico di accettare gli accordi europei” su cui non ha scelta, ha spiegato Cameron, “ci pone di fronte alla possibilità che i cittadini britannici rifiutino l’Ue”, ed è per questo che “sono a favore della possibilità di tenere un referendum”. Sulla questione, ha spiegato il capo del governo di Londra, “dobbiamo evitare di farci prendere dagli impulsi” e “capire cosa significa uscire dall’Ue”. Da soli, ha aggiunto, “potremmo prendere le nostre decisioni liberamente”, ma “se lasciamo l’Ue non possiamo comunque lasciare l’Europa, che sarà sempre il nostro mercato” maggiore di riferimento. La consultazione, ha sottolineato Cameron, non sarebbe comunque immediata, perché prima è necessario un ampio dibattito.

LE SFIDE FONDAMENTALI. Molti, ha proseguito il premier nell’accalorato discorso, si chiedono perché “sollevare interrogativi sul ruolo del Regno Unito in questo momento”. Perché ci sono “tre sfide fondamentali: il problema dell’eurozona, che sta portando a cambiamenti fondamentali”, “la crisi della competitività europea” e il sempre maggiore “divario tra Ue e cittadini negli ultimi anni, che rappresenta una mancanza di senso democratico”. Se non saranno affrontate queste sfide, secondo il premier, il pericolo è che “l’Europa fallisca e che il popolo britannico chieda di uscire dall’Unione europea”. Io, ha aggiunto, “non lo voglio”, “chiedo un rapporto che ci unisca all’Ue”. Tra le priorità ha sottolineato ancora il premier, “la competitività”, e la necessità di completare “il mercato unico, che deve essere la nostra forza motrice”. In questo senso la struttura dell’Europa “ha bisogno di maggiore flessibilità”. In ogni caso il Regno Unito, ha ribadito il primo ministro, “non entrerà nell’euro”.

NUOVO ACCORDO. Cameron è andato alle radici della fondazione dell’Ue e ha ammesso che ormai “è giunto il momento di risolvere il problema del Regno Unito e dell’Unione europea”. Quindi la proposta di un nuovo accordo che regolamenti l’Unione. “Se dopo quarant’anni non siamo pronti a rimanere nell’Ue – ha affermato – non lo saremo mai, ma non voglio che prevalga questo senso di sconfitta”. “Con coraggio e convinzione credo che potremo raggiungere un nuovo accordo”. “Se potremo negoziarlo – ha quindi aggiunto – sarò con esso con tutto il mio cuore e la mia anima”, e “credo che l’interesse del Regno Unito possa essere servito meglio in una Ue più flessibile e aperta”. “Nei prossimi mesi – ha poi concluso – non riposerò fino a quando questo dibattito non si sarà aperto”.

UE: ABBIAMO BISOGNO DEL REGNO UNITO. Alle dichiarazioni di Cameron è presto arrivata le reazione da parte delle autorità europee, primo fra tutti del presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, che su Twitter ha scritto: “Abbiamo bisogno di un Regno Unito membro a pieno titolo dell’Ue, che non si fermi al porto di Dover. Il Regno Unito può dare forma all’Ue lavorando con i partner”. “Un’Europa à la carte – ha proseguito Schulz in un altro messaggio – non è un’opzione. Dobbiamo concentrarci sul lavoro e sulla crescita piuttosto che perderci in discussioni sui trattati”. Più delicata la Commisione che, ha fatto sapere una portavoce del braccio esecutivo dell’Unione europea parlando con i giornalisti a Bruxelles, “vuole che il Regno Unito rimanga nell’Ue ed è nell’interesse sia dell’Unione sia del Regno Unito che questa resti un membro attivo all’interno al centro dell’Ue”. La portavoce di Barroso ha quindi definito il discorso del premier britannico “un importante contributo al dibattito democratico sull’Europa nel Regno Unito” e ha sottolineato come l’inquilino di Downing Street abbia espresso in modo “inequivocabile” di “voler rimanere membro Ue”.

GERMANIA: CON EUROPA MIGLIORE UNIONE SI RAFFORZA. Un invito a non lasciare l’Unione è arrivato anche da Berlino. “La Germania – il ministro degli Esteri tedesco Guido Westerwelle – vuole che il Regno Unito continui a essere parte attiva e costruttiva dell’Unione europea”. “Sforzandoci di creare un’Europa migliore – ha aggiunto Westerwelle – l’Unione diventerà ancora più forte, grazie al superamento della crisi del debito, e riacquisterà competitività a livello mondiale”. Sulla questione è intervenuto anche il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius che, intervistato da radio France-Info, ha azzardato il paragone sportivo. “L’Europa – ha detto – è come una squadra di calcio. Tu decidi di unirti a questa squadra, ma non puoi dire che vuoi giocare a rugby”.

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