Egitto, 8 vittime oggi a Port Said dopo sentenza per strage stadio

Il Cairo (Egitto), 26 gen. (LaPresse/AP) – Dopo le manifestazioni e i disordini di ieri, in cui hanno perso la vita almeno sette persone, l’Egitto si sveglia con una nuova giornata di sangue. Teatro delle violenze è Port Said, sulla costa del Mediterraneo, dove questa mattina il tribunale ha emesso 21 condanne a morte per le violenze nello stadio cittadino in cui, il primo febbraio dello scorso anno durante una partita di calcio, morirono 74 persone. Poco dopo il verdetto, si è scatenata la rabbia popolare e la folla ha assediato il carcere locale per cercare di liberare gli imputati del processo. Un ufficiale e un agente di polizia sono rimasti uccisi da colpi di arma da fuoco, mentre sei manifestanti hanno perso la vita nel duro intervento delle forze di sicurezza che hanno sparato gas lacrimogeni e proiettili di gomma sulla folla. Almeno altre 75 persone sono rimaste ferite. L’esercito è stato schierato in strada.

Alla lettura della sentenza, nell’aula di tribunale i familiari delle vittime hanno alzato le mani al cielo e gridato ‘Allah Akbar’, ossia Dio è grande, in arabo. In una dichiarazione alla televisione di Stato, il giudice ha fatto sapere che annuncerà i verdetti nei confronti degli altri 52 imputati il 9 marzo. Tra le persone a processo ci sono nove ufficiali di sicurezza. La strage avvenne il primo febbraio dello scorso anno, quando i tifosi dell’Al-Masry, di Port Said, attaccarono quelli della squadra rivale, l’Al-Ahly, del Cairo. Si è trattato dell’episodio di violenza peggiore legato al mondo del calcio negli ultimi 15 anni. Come tradizione in Egitto, ora le sentenze di morte saranno inviate alla massima autorità religiosa del Paese, il Gran Muftì, per l’approvazione.

Solo ieri, in tutto l’Egitto si erano registrati almeno sette morti e oltre 480 feriti nel corso delle manifestazioni che si sono tenute in occasione del secondo anniversario delle rivolte che hanno portato alla caduta di Hosni Mubarak. Sei persone hanno perso la vita a Suez, mentre una è morta a Ismailia, a est della capitale. In vari messaggi su Twitter, nella notte, il presidente Mohammed Morsi ha invitato alla calma e chiesto manifestazioni pacifiche.