Il Cairo (Egitto), 30 gen. (LaPresse/AP) – Nel giorno in cui Mohammed Morsi ha incontrato a Berlino la cancelliera tedesca Angela Merkel, il partito ultraconservatore salafita al-Nour ha incontrato il Fronte di salvezza nazionale guidato da Mohamed ElBaradei e ha avanzato una propria proposta per cercare di risolvere la crisi politica che sta travolgendo l’Egitto. I due gruppi si sono detti d’accordo a spingere Morsi a creare un governo di unità nazionale e a impegnarsi a riscrivere parti della controversa e contestata Costituzione. Non si fermano però le violenze nel Paese e oggi si registrano due nuove vittime al Cairo.

SALAFITI: SERVE UNITA’ IN PROCESSI DECISIONALI. Parlando con i giornalisti, il leader di al-Nour, Younis Makhyoun, ha sottolineato che l’Egitto non deve essere governato da “una singola fazione”, “ma deve esserci una reale partnership nei processi decisionali e amministrativi”. “Noi – ha aggiunto – siamo considerati islamisti e proveniamo dalla corrente islamica, ma quando lavoriamo per il bene della riconciliazione nazionale, dobbiamo essere neutrali. L’Egitto è degli egiziani”. Il leader del partito liberale Wafd, Sayyed Badawi, ha spiegato a sua volta ai reporter che al-Nour ha presentato una seria iniziativa con una chiara agenda, e che il Fronte l’ha accettata.

ELBARADEI CHIEDE INCONTRO CON IL PRESIDENTE. In un tweet, ElBaradei ha chiesto un immediato incontro tra Morsi, i ministri della Difesa e dell’Interno, i leader del partito dei Fratelli musulmani, il suo Fronte di salvezza nazionale e i partiti salafiti “per intraprendere urgenti passi per fermare la violenza e iniziare un dialogo serio”. Fermare la violenza, ha sottolineato il rappresentante dell’opposizione, è la priorità, ma assieme alle precedenti condizioni poste dal Fronte per tenere il dialogo nazionale, ossia che Morsi formi un governo di unità e una commissione che modifichi gli articoli controversi della contestata Costituzione. Il presidente aveva chiesto all’opposizione di partecipare alla conferenza per il dialogo nazionale che si è tenuta oltre un mese fa. Ma in quell’occasione, quasi tutti i partiti oppositori avevano declinato l’invito.

MORSI: DISORDINI NORMALI IN GIOVANE DEMOCRAZIA. Intanto oggi, il presidente egiziano ha tenuto una breve visita a Berlino, dove ha incontrato la cancelliera tedesca Angela Merkel. Morsi avrebbe dovuto recarsi anche a Parigi, ma ha cancellato la seconda parte del viaggio europeo a causa delle violenze. “Ciò che sta accadendo in Egitto – ha detto ai giornalisti dopo l’incontro con la Merkel – è naturale nelle nazioni che stanno attraversando l’esperienza di un cambio di democrazia. I Paesi impiegano tempo per stabilizzarsi, alcuni ci mettono molti anni. In Egitto sono passati solo due anni e, se Dio vuole, le cose si stabilizzeranno presto”. Il capo di Stato legato ai Fratelli musulmani ha respinto l’ipotesi di tenere colloqui per un governo di unità nazionale e ha sminuito l’importanza dell’esplosione delle ultime violenze. Le elezioni parlamentari, ha quindi aggiunto, saranno tenute entro tre o quattro mesi e in ogni caso questo porterà alla formazione di un nuovo governo. Lo stato di emergenza imposto nei giorni scorsi a Port Said, Ismailiya e Suez, ha poi cercato di rassicurare Morsi, è solo temporaneo e verrà rimosso “non appena la situazione si stabilizzerà”. Oggi i governatori locali hanno ridotto di alcune ore la misura in vigore nella notte nelle rispettive città.

DUE MORTI AL CAIRO. In patria però, le violenze non si fermano. Questa mattina, due manifestanti hanno perso la vita negli scontri scoppiati a piazza Tahrir, al Cairo, e nei dintorni, dopo essere stati raggiunti da colpi di pistole a pallini. Mentre nel pomeriggio le forze di sicurezza hanno arrestato cinque manifestanti mascherati sospettati di fare parte dei black bloc locali. I media e il governo negli ultimi giorni hanno dipinto questi dimostranti come pericolosi criminali che alimentano la violenza contro la polizia e le istituzioni statali. Ieri, il procuratore capo Talaat Abdullah ha ordinato l’arresto di tutti i membri del gruppo. Da giovedì scorso sono oltre sessanta le persone morte negli scontri di piazza.

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