Teheran (Iran), 13 feb. (LaPresse/AP) – Nuovi colloqui sul nucleare si sono tenuti oggi a Teheran tra l’Iran e un team dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, guidato da Herman Nackaerts. Nessuna novità però sulla possibilità di una visita da parte della stessa Aiea all’impianto di Parchin. Durante i colloqui, ha spiegato Fereidoun Abbasi, direttore del programma nucleare di Teheran, non si è parlato dell’ipotesi di autorizzare l’Aiea a visitare il sito, dove l’agenzia Onu sospetta che siano stati compiuti test nucleari. “Parchin – ha dichiarato – non è un impianto nucleare, lo abbiamo ripetuto più volte. Non si parla di una visita a Parchin né in qualsiasi altro sito”. “Per rimuovere delle ambiguità – ha quindi aggiunto Abbasi – ci vogliono prove. Se l’Aiea ha dei documenti relativi alle ambiguità riguardanti il sito di Parchin, deve fornirli a noi”.

Lo stesso direttore del programma nucleare di Teheran ha rivelato intanto che l’Iran ha installato centrifughe di nuova generazione per l’arricchimento dell’uranio nel sito nucleare di Natanz, il principale stabilimento iraniano di produzione di combustibile atomico. I tecnici iraniani hanno iniziato circa un mese fa a installare le centrifughe che, spiega Abbasi, usano tecnologie moderne e saranno utilizzate per produrre uranio arricchito al 5%. Molti Paesi occidentali sono convinti che il programma nucleare dell’Iran sia volto alla produzione di armi atomiche, ma Teheran sostiene che il suo programma nucleare abbia scopi esclusivamente pacifici e che i sospetti dell’Aiea siano basati su informazioni false fornite dalla Cia, dall’agenzia dell’intelligence israeliana Mossad e dalla britannica MI-6.

Sul nucleare iraniano, oggi è tornato a esprimersi anche l’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Catherine Ashton, durante un meeting del Consiglio di sicurezza dell’Onu. “Speriamo – ha dichiarato la Ashton – che l’Iran dimostri flessibilità durante colloqui e che possiamo raggiungere progressi sostanziosi”. “Non c’è dubbio”, ha aggiunto la Ashton, che la pressione esercitata dalle sanzioni internazionali ha portato l’Iran di nuovo al tavolo dei negoziati con il cosiddetto gruppo 5+1. Il prossimo round di colloqui è in programma il 26 febbraio in Kazakistan.

Alle parole della Ashton ha risposto Alireza Miryusefi, portavoce della missione iraniana all’Onu, secondo cui l’Iran “è serio in merito ai colloqui e si attende che la sua controparte sia seria e disponibile, in modo che il prossimo giro di negoziazioni porti a risultati positivi e fruttuosi”. Miryusefi ha quindi ribadito la determinazione dell’Iran a “difendere il suo diritto legittimo a utilizzare l’energia nucleare per propositi pacifici” rispettando il Trattato di non proliferazione nucleare, e ha affermato che questo dovrebbe essere “pienamente riconosciuto” dalle sei potenze che stanno partecipando ai colloqui. Teheran, spiega ancora il diplomatico, ha detto in diverse occasioni che l’approccio a doppio binario “è un esercizio futile, nel senso che la strada di fare pressione sull’Iran farà sicuramente deragliare gli sforzi della strada diplomatica”. “Ogni negoziato per avere successo – ha spiegato ancora – deve essere condotto con uno spirito di collaborazione, costruttivo e positivo”.

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