Srinagar (India), 15 feb. (LaPresse/AP) – Nuove tensioni in Kashmir, dove nella notte l’esercito indiano ha ucciso un soldato pakistano che aveva attraversato la linea del confine tra le due zone in cui è divisa la regione contesa. Intanto, le autorità hanno ripristinato un rigido coprifuoco in gran parte del Kashmir in vista della preghiera del venerdì, mentre i residenti della regione continuano a dimostrare la propria rabbia per l’esecuzione segreta per impiccagione del cittadino Mohammed Afzal Guru, avvenuta sabato in un carcere di Nuova Delhi.
UCCISIONE SOLDATO. Sulla morte nella notte del soldato, un ufficiale pakistano ha riferito ai giornalisti con un messaggio che l’uomo è stato ucciso dopo aver accidentalmente attraversato la linea di controllo che separa le due parti. Il colonnello Rajesh Kalia, portavoce dell’esercito indiano in Kashmir, dà una versione differente, spiegando che il soldato è morto in uno scontro a fuoco con le truppe indiane, durante il quale anche un militare indiano è rimasto ferito. Le truppe indiane, riferisce il portavoce, sono intervenute dopo aver notato “movimenti sospetti” nel settore di Nowshera sulla linea di controllo. “Le nostre truppe – afferma – lo hanno affrontato. Questo individuo è ricorso al fuoco in modo indiscriminato, le nostre forze hanno risposto. Nella seguente sparatoria l’uomo è rimasto ucciso e uno dei nostri soldati è stato ferito”. Le forze armate indiane, spiega ancora Kalia, hanno realizzato che il morto era un soldato “dopo che l’esercito Pakistano ha contattato gli ufficiali” indiani. “Stiamo restituendo il suo corpo con totale rispetto come merita un soldato”, ha concluso il portavoce. Il nuovo episodio fa seguito alle tensioni di gennaio, quando tre soldati pakistani e due indiani sono rimasti uccisi in una serie di attacchi lungo la linea di controllo.
COPRIFUOCO NEL GIORNO DELLA PREGHIERA. Intanto, proprio questa mattina, le autorità hanno ripristiano un rigido coprifuoco in gran parte del Kashmir in vista della preghiera del venerdì, dopo giorni di tensioni scatenate dall’esecuzione di Mohammed Afzal Guru, cittadino del Kashmir, condannato per il suo coinvolgimento nell’attacco mortale condotto nel 2001 contro il Parlamento indiano. Nell’attentato persero la vita a 14 persone, tra cui cinque uomini armati. Molti in Kashmir sono convinti che l’uomo non abbia subito un processo equo e che la segretezza con cui la pena di morte è stata condotta non faccia altro che alimentare le tensioni in una regione dove il sentimento anti-indiano è già forte. Il coprifuoco è stato fatto entrare in vigore fin dal giorno dell’esecuzione, ma gruppi di manifestanti lo hanno violato e si sono scontrati con le forze governative. Negli scontri tre dimostranti sono morti e oltre cento sono stati arrestati. Negli ultimi giorni, tuttavia, il coprifuoco è stato allentato in alcune zone, ma oggi è stato ripristinato con forza proprio in vista della preghiera del venerdì.
ATTESA MANIFESTAZIONE A SRINAGAR. Nelle prime ore della mattina, la polizia ha pattugliato le strade di Srinagar, principale città della regione, ordinando ai residenti di rimanere in casa. Ma il rischio di scontri e nuovi disordini è alimentato dal fatto che proprio per oggi la All Parties Hurriyat Conference, organizzazione ombrello di gruppi politici e religiosi separatisti, ha convocato una preghiera di massa per Guru in una grande piazza vicino al cimitero dei martiri di Srinagar, dove sono sepolti centinaia di separatisti e civili.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata