Quetta (Pakistan), 16 feb. (LaPresse/AP) – Sessantacinque persone sono morte e quasi 200 sono rimaste ferite a Quetta, nella provincia pakistana del Balucistan, a causa dell’esplosione di una bomba nel mercato di un quartiere a maggioranza sciita. Lo ha fatto sapere il capo della polizia Zubair Mahmood, spiegando che l’esplosione ha distrutto diversi negozi nell’area e ha causato il collasso di un edificio di due piani. “Temiamo che altre vittime saranno trovate sotto quelle macerie”, ha detto Mahmood, aggiungendo che alcuni feriti sono in condizioni critiche.
L’ordigno, ha riferito la polizia, era stato nascosto in una cisterna d’acqua, trasportata nel mercato da un trattore, ed è stato fatto detonare a distanza. Tra le vittime ci sono molte donne e bambini. Dopo l’attentato, gruppi di persone appartenenti alla comunità sciita sono scesi in strada per protestare, bloccando strade con pneumatici dati alle fiamme, lanciando pietre contro i veicoli in transito e sparando in aria. Volevano, in quest’ultimo modo, impedire che altre persone si recassero sul posto perché temevano si verificassero nuove esplosioni. La polizia ha cordonato la zona.
Quello di oggi è il peggior incidente a Quetta dall’attentato che a gennaio ha ucciso 86 sciiti, dando il via a proteste in cui le comunità colpite rifiutarono per giorni di seppellire i morti. Gli sciiti, in minoranza nel Paese a maggioranza sunnita, sono sempre più presi di mira da gruppi militanti che li considerano eretici. In particolare, la gran parte degli sciiti della zona di Quetta è azara, gruppo etnico che lasciò l’Afghanistan oltre un secolo fa e che negli ultimi anni è stato bersaglio di violenti attacchi, in particolare da parte del gruppo militante sunnita Laskher-e-Jhangvi. Le autorità non sono ancora a conoscenza di chi abbia commesso l’attacco di oggi, ma una stazione televisiva locale ha riferito di aver ricevuto la rivendicazione proprio dal gruppo sunnita.