Bauchi (Nigeria), 18 feb. (LaPresse/AP) – A un giorno del rapimento avvenuto in Nigeria di sette lavoratori stranieri tra cui l’italiano Silvano Trevisan, il gruppo islamico Ansaru ha rivendicato l’azione. In una nota inviata ai giornalisti, i militanti minacciano le autorità nigeriane ed europee di non “agire contro le condizioni” da loro fissate. Il breve comunicato, tuttavia, non spiega quali siano le condizioni, suggerendo che potrebbero seguire delle richieste di riscatto. Il rapimento è avvenuto a Jama’are, città a 200 chilometri a nord di Bauchi, capitale dello Stato omonimo, nella sede della compagnia di costruzioni Setraco per cui lavorano gli stranieri.
Intanto, oggi, un impiegato locale fa sapere che il gruppo armato ha lasciato andare i nigeriani sequestrati nel corso dell’azione, nessuno dei quali ha riportato ferite. Gli assalitori hanno fatto irruzione nella struttura dall’ingresso posteriore, mentre le guardie di sicurezza presidiavano quello principale, nella parte frontale dell’edificio. Oltre all’italiano, gli altri rapiti sono un greco, un britannico, un filippino e tre libanesi. Intanto, da Bruxelles, dove si trova per il Consiglio Affari esteri dell’Unione europea, il ministro italiano Giulio Terzi ribadisce che la priorità per l’Italia è l’integrità di Trevisan e degli altri ostaggi.
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