Ankara (Turchia), 1 mar. (LaPresse/AP) – Continuano a far discutere e a sollevare critiche le parole sul sionismo pronunciate nei giorni scorsi dal primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan. Nel corso della visita ad Ankara, a ribadire le critiche statunitensi contro le affermazioni, è stato il segretario di Stato John Kerry che ha sottolineato come commenti di questo tipo complicano gli sforzi di pace in Medioriente.
Parlando in conferenza stampa accanto al ministro degli Esteri turco Ahmet Davutoglu, Kerry ha evidenziato “l’urgente bisogno di promuovere uno spirito di tolleranza, e ciò include tutte le dichiarazioni pubbliche fatte da ogni leader politico”. Il segretario di Stato Usa ha spiegato poi di avere affrontato in modo molto diretto” con Davutoglu la questione dei commenti di Erdogan e che farà lo stesso quando nelle prossime ore incontrerà proprio il primo ministro turco. Tuttavia, Kerry ha espresso la speranza che Turchia e Israele possano alla fine trovare un modo per ripristinare i loro rapporti, un tempo molto positivi.
Il premier turco aveva pronunciato i contestati commenti nel corso della conferenza dell’Alleanza delle civiltà dell’Onu a Vienna, lamentandosi dei pregiudizi nei confronti dei musulmani. L’islamofobia, aveva detto, dovrebbe essere considerata un crimine contro l’umanità “proprio come il sionismo, l’antisemitismo e il fascismo”. Gli Stati Uniti, ha detto oggi invece Kerry, “non solo sono in disaccordo con tali affermazioni, ma le trovano detestabili”. “Ritengo che ci sia un modo per fare passi avanti, ma ovviamente diventa più complicato in seguito a un discorso come quello che abbiamo sentito a Vienna”, ha aggiunto il segretario di Stato.
Anche il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha condannato aspramente le dichiarazioni di Erdogan, definendole “commenti oscuri e mendaci, del tipo che ritenevamo non venissero più fatti nel mondo”. Un coro a cui si sono aggiunte le Nazioni unite, con il segretario generale Ban Ki-moon che ha definito le frasi “offensive”. “Se questi commenti sono stati tradotti correttamente – afferma Ban Ki-moon in una nota – allora non sono stati soltanto sbagliati, ma anche contrari ai principi sui quali si basa l’Alleanza delle civiltà”.
Nel corso della conferenza stampa con Kerry, Davutoglu ha difeso la Turchia, affermando che Ankara non sta usando un linguaggio aggressivo o offensivo. Dopo avere più volte fatto riferimento ai nove turchi uccisi da Israele nel raid contro una nave della Freedom flotilla nel maggio 2010, Davutoglu ha dichiarato: “Se gli israeliani vogliono sentire dichiarazioni positive da noi, allora devono rivedere il loro comportamento, verso la Turchia e verso i popoli della regione. Particolare attenzione dovrebbero anche rivolgere alla questione degli insediamenti in Cisgiordania”.
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