Caracas (Venezuela), 8 mar. (LaPresse/AP) – Si sono conclusi a Caracas i funerali di Hugo Chavez. La cerimonia di Stato, che si svolta nell’accademia militare, si è aperta con l’inno nazionale cantato dall’orchestra dei giovani del Venezuela, guidata dal direttore Gustavo Dudamel. Molti i volti noti che hanno partecipato, dal presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad al cubano Raul Castro, ai leader di Messico, Cile e Brasile. Tra i partecipanti conosciuti, anche l’attore Sean Penn, in prima fila, e il leader dei diritti civili Jesse Jackson. Non c’era invece la presidente dell’Argentina, Cristina Fernandez, che ha lasciato il Venezuela prima del funerale per motivi di salute. Ahmadinejad, visibilmente commosso e in lacrime, ha baciato la bara di Chavez.

OLTRE 30 CAPI DI STATO, AHMADINEJAD IN LACRIME. Il governo venezuelano aveva annunciato la partecipazione di oltre 30 capi di Stato e di governo. Al fianco del feretro hanno effettuato la guardia d’onore anche il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko, accompagnato dal figlio, e il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad. Quest’ultimo, in lacrime, ha baciato la bara dell’alleato e ha stretto il pugno. “Per noi è un grande dolore perché abbiamo perso un amico”, aveva detto Ahmadinejad arrivando all’aeroporto nella notte, a capo della delegazione di Teheran. “Mi sento come se avessi perso me stesso, ma sono sicuro che lui vive ancora. Chavez non morirà mai, il suo spirito e la sua anima vivono nei nostri cuori”, aveva poi aggiunto. La guardia d’onore era stata tenuta in precedenza da diversi capi di Stato latinoamericani, tra cui Raul Castro per Cuba, Evo Morales per la Bolivia, Rafael Correa per l’Ecuador, José Mujica per l’Uruguay, Michel Martelly per Haiti. Fra i presenti anche il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e poi rappresentanti di Corea del Nord e Corea del Sud.

PERSONALITA’ VENEZUELANE. Molte anche le figure del mondo della cultura e dello sport nazionale. Tra loro il celebre direttore d’orchestra Gustavo Dudamel, alla guida dell’orchestra Simon Bolivar, e la medaglia d’oro olimpica di Londra 2012 nella scherma Rubén Limardo.

L’APPELLO DI JESSE JACKSON. Il reverendo statunitense Jesse Jackson ha tenuto un’orazione funebre e ha lanciato un appello alla riconciliazione fra Usa e Venezuela. “Siamo vicini, siamo nello stesso continente, condividiamo la passione per il baseball, condividiamo le risorse naturali, i sogni, siamo uniti dalla cultura e dall’ambiente”, ha detto Jackson, che poi ha ricordato il lavoro del presidente venezuelano per aiutare “gli umili, aiutandoli a realizzare i loro sogni”. “Ora piangiamo – ha continuato – perché abbiamo perso molto, ma rimane anche molto: un governo stabile, una transizione ordinata”.

MADURO: SERVE AMERICA SENZA IMPERI. Accorato l’intervento di Nicolas Maduro. Durante il suo lungo discorso, il vice presidente, successore designato da Chavez alla leadership del partito, ha salutato la delegazione statunitense inviata dal presidente Barack Obama, ma poi ha aggiunto: “Amiamo tutte le nazioni della nostra America, ma vogliamo anche rispetto. Un’America senza imperi”. Della delegazione statunitense fanno parte il deputato democratico Gregory Meeks, di New York, e l’ex deputato democratico William Delahunt, del Massachusetts. Maduro si è rivolto poi a Chavez: “qui ci sono i tuoi comandanti, i tuoi uomini, in piedi tutti i tuoi uomini e le tue donne, fedeli come abbiamo giurato davanti a te, leali anche dopo la morte”, ha detto con la voce rotta dall’emozione. “Abbiamo distrutto la maledizione del tradimento del paese e romperemo la maledizione di sconfitta e regressione”, ha aggiunto.

FILA DI 2 KM PER L’ULTIMO SALUTO. Fuori dall’accademia militare in cui si trova la bara, la fila per l’ultimo saluto al presidente venezuelano ha raggiunto i due chilometri, ma la coda si è bloccata per il funerale. Nella zona dell’accademia vengono distribuite bottigliette d’acqua e gli ambulanti vendono delle copie della fascia presidenziale, che molte delle persone in fila indossano. Fuori da quest’area le strade della capitale sono vuote e molti negozi e scuole sono chiusi.

AI FUNERALI INGRESSO VIETATO AI MEDIA. Il governo aveva fornito pochissimi dettagli sul funerale e aveva fatto sapere ai media locali e internazionali che non avrebbero potuto accedere alla cerimonia. Il ministro degli Esteri, Elias Jaua, ha lanciato un appello ai media locali per non pubblicare analisi politiche critiche “che potrebbero costituire una provocazione per un popolo sofferente”.

IL CORPO SARA’ IMBALSAMATO. Nicolas Maduro ha annunciato ieri che il corpo di Chavez resterà esposto per almeno altri sette giorni e poi verrà imbalsamato affinché sia “visibile eternamente dal suo popolo”. Il corpo di Chavez imbalsamato verrà esposto in modo permanente in una teca di vetro al Museo della rivoluzione, vicino al palazzo presidenziale di Miraflores.

OGGI MADURO GIURERA’ COME PRESIDENTE AD INTERIM. Dopo il funerale l’attuale vice presidente Maduro giurerà come presidente ad interim davanti allo speaker dell’Assemblea nazionale, Diosdado Cabello. La cerimonia avverrà nonostante le contestazioni dell’opposizione, che protesta perché in base alla Costituzione dovrebbe essere Cabello a detenere la presidenza ad interim. Secondo la Carta costituzionale, le elezioni devono tenersi entro 30 giorni dalla morte del presidente, che è avvenuta il 5 marzo. Il governo, tuttavia, non ha ancora fissato una data del voto. Maduro ha annunciato che lui sarà il candidato per il partito socialista, mentre probabilmente il candidato dell’opposizione sarà Henrique Capriles, battuto da Chavez nelle ultime elezioni presidenziali dello scorso ottobre.

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