Roma, 10 mar. (LaPresse) – Dopo un giorno di incertezze, dubbi e verifiche, la Farnesina conferma la morte di Silvano Trevisan, il cittadino italiano preso in ostaggio a febbraio con altri sei lavoratori stranieri della ditta Setraco, in Nigeria. L’annuncio dell’uccisione degli ostaggi era stato dato ieri dal gruppo islamico Ansaru, responsabile del sequestro, attraverso un messaggio pubblicato su internet. Del gruppo, facevano parte anche altri sei lavoratori provenienti da Libano, Regno Unito, Grecia e Filippine.

NOTIZIA FONDATA. Le verifiche effettuate dall’unità di crisi della Farnesina, in coordinamento con gli altri Paesi interessati, si legge in una nota del ministero diffusa nel primo pomeriggio, “inducono a ritenere che sia fondata la notizia dell’uccisione degli ostaggi sequestrati il mese scorso in Nigeria”. “In questi difficilissimi momenti – scrive ancora la Farnesina – ci teniamo in costante contatto e ci stringiamo con grande solidarietà e affetto attorno alla famiglia del nostro valoroso connazionale Silvano Trevisan e siamo vicini ai congiunti degli altri ostaggi”. Quello avvenuto in Nigeria, commenta ancora il ministero è un “atroce atto di terrorismo, contro il quale il governo italiano esprime la più ferma condanna e che non può trovare alcuna spiegazione, se non quella di una violenza barbara e cieca”.

DOLORE NAPOLITANO. Sulla vicenda si è subito espresso il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. “Ho appreso con costernazione, dopo ore di ansietà, la dolorosa notizia del barbaro assassinio del connazionale Silvano Trevisan, dopo un lungo sequestro mentre onorava la migliore tradizione del lavoro italiano all’estero”, si legge della nota del Quirinale, che poi prosegue: “Nell’esprimere alla famiglia, in questo momento di grande sofferenza, il cordoglio dell’intera nazione e i miei personali sentimenti di solidarietà, mi unisco alla ferma condanna di tutti i Paesi colpiti dall’efferato delitto contro ostaggi inermi per riaffermare l’impegno della comunità internazionale nell’assicurare alla giustizia i responsabili, contrastare la minaccia terroristica e garantire la sicurezza del lavoro e delle persone in un’area cruciale per la pace”.

NESSUN BLITZ PER LIBERARE OSTAGGI. La Farnesina specifica inoltre che “nessun intervento militare volto a liberare gli ostaggi è mai stato tentato da parte dei governi interessati, per i quali l’incolumità dei loro cittadini tenuti sotto sequestro è sempre stata la priorità assoluta”. Ieri, il gruppo islamico aveva spiegato che gli ostaggi erano stati uccisi dopo il passaggio di aerei da guerra britannici sullo Stato di Bauchi, luogo in cui è avvenuto il rapimento. Secondo gli estremisti, le forze di Nigeria e Regno Unito avrebbero lanciato un’operazione congiunta per liberare gli ostaggi, provocando però la morte di alcuni musulmani. “Come risultato di questa operazione i sette ostaggi sono stati uccisi”, affermava il gruppo, annunciando che un video delle uccisioni sarà pubblicato online. Una fotografia pubblicata sul sito mostrava un uomo armato, sopra ad alcuni corpi senza vita.

IL SEQUESTRO. Alcune settimane fa, Ansaru aveva diffuso una breve dichiarazione in cui rivendicava il rapimento dei lavoratori stranieri il 16 febbraio da un campo della Setraco, a Jama’are, a circa 200 chilometri a nord di Bauchi, capitale dell’omonimo Stato. Nel corso dell’attacco, gli uomini armati hanno prima assaltato un carcere locale e dato fuoco a mezzi della polizia. Quindi hanno fatto saltare in aria una recinzione posteriore del complesso, hanno ucciso una guardia e preso gli ostaggi. Il gruppo sembrava organizzato e ben a conoscenza del suo obiettivo. Ha infatti lasciato illesi i membri dello staff locale, rapendo appunto solo gli stranieri.

IL LEGAME CON BOKO HARAM. A gennaio, Ansaru si è dichiarato gruppo indipendente staccatosi da Boko Haram, il quale solo lo scorso anno si è reso responsabile di almeno 792 morti, secondo un conteggio di Associated Press, e che avrebbe ancora nelle sue mani una famiglia francese composta da sette persone, sequestrata in Camerun nella seconda metà di febbraio. In precedenza le autorità britanniche hanno legato Ansaru al rapimento avvenuto nel maggio 2011 nello stato di Kebbi del cittadino inglese Christopher McManus e dell’italiano Franco Lamolinara. I due sono stati tenuti in ostaggio per mesi e uccisi a marzo 2012, in seguito a un fallito raid condotto dalle forze armate nigeriane e sostenuto dalle forze speciali britanniche a Sokoto.

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