Beirut (Libano), 15 mar. (LaPresse/AP) – Nel secondo anniversario dell’inizio delle rivolte contro il regime di Bashar Assad in Siria, i ribelli hanno annunciato che celebreranno la data con duri attacchi e Damasco ha quindi aumentato le misure di sicurezza nella città. La rivolta, poi diventata vera e propria guerra civile, iniziò il 15 marzo del 2011 con proteste nella città meridionale di Daraa, dopo che l’esercito arrestò alcuni ragazzini autori di graffiti anti-Assad. Da allora, le Nazioni unite hanno stimato siano state uccise 70mila persone e oltre un milione sia fuggito nei Paesi vicini.
Per segnare la giornata, i ribelli hanno invocato una intensificazione dei combattimenti contro le truppe del regime di Damasco, mentre il gruppo bandito dei Fratelli musulmani ha indetto una “settimana di azione”. Un attivista di Damasco, che si è identificato con il falso nome di Abu Qais per timore di rappresaglie, ha riferito che in risposta l’esercito ha aumentato le pattuglie e le perquisizioni nella capitale.
Intanto, nel vicino Libano, uomini armati hanno dato fuoco a tre camion carichi di carburante con targhe siriane, per evitare che oltrepassassero la frontiera con la Siria, ha riferito l’agenzia di stampa di Stato libanese. Il fatto si è verificato nella città settentrionale di Tripoli, senza causare vittime. Spesso i ribelli hanno impedito il passaggio di camion carichi di carburante sulle strade libanesi verso la Siria, affermando che fossero destinati alle truppe del regime.
Molti musulmani sunniti in Libano si sono schierati con i ribelli siriani, in gran parte sunniti, mentre i libanesi sciiti tra cui il gruppo Hezbollah si sono allineati con Assad e gli alawiti. Intanto, ieri il ministero degli Esteri siriano ha inviato una lettera al governo libanese denunciando che gruppi armati hanno tentato di infiltrarsi dal Libano ripetutamente, nelle precedenti 36 ore, scatenando scontri con le guardie di frontiera. Damasco ha detto che i militari siriani hanno esercitato “la massima automoderazione” sinora, ma ha messo in guardia che “questo non continuerà per sempre”.
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