Damasco (Siria), 22 mar. (LaPresse/AP) – “Il tuo sangue e quello di tuo nipote, così come quello di tutti i martiri della nazione, non saranno stati sparsi in vano, perché continueremo a seguire il tuo pensiero per cancellare la loro oscurità e liberare il nostro Paese” dai terroristi. Così, in una dichiarazione diffusa dall’agenzia di stampa statale Sana, il presidente siriano Bashar Assad, che ha ricordato la morte del religioso sunnita Sheikh Mohammad Said Ramadan al-Buti durante un sermone, ieri nella moschea Eman di Damasco.
Nell’attacco, condotto da un attentatore suicida, hanno perso la vita 49 persone. Sette feriti, ha fatto sapere il ministro della Salute, sono morti nella notte. Non è ancora chiaro quando si terranno i funerali di al-Buti, 84 anni, conosciuto da tutto il Paese anche per le sue frequenti apparizioni in televisione, dove teneva regolarmente un programma. Il governo, intanto, ha dichiarato un giorno di lutto nazionale, mentre oggi l’emittente di Stato ha bloccato la sua normale programmazione per mandare in onda le letture del Corano e i discorsi del religioso.
Al-Buti è la più alta figura religiosa a essere uccisa dall’inizio della guerra siriana. E la sua morte rappresenta un duro colpo per Bashar Assad, poiché il religioso era un noto sostenitore del governo fin dai tempi del padre, Hafez Assad. Negli ultimi mesi, la televisione siriana ha trasmesso il suo sermone dalle moschee di Damasco in diretta quasi ogni settimana. E al-Buti regolarmente teneva anche un programma televisivo. In un discorso all’inizio di marzo, aveva detto che “proteggere il lavoro, la terra e la patria è un dovere religioso”. “Non c’è differenza – aveva aggiunto – tra l’esercito e il resto della nazione”.
L’esplosione di ieri è anche uno dei peggiori fatti di sangue a Damasco negli ultimi mesi. A luglio scorso, un attacco avvenuto durante un incontro di vertice del governo aveva provocato la morte di quattro alti ufficiali, tra cui il cognato di Assad e il ministro della Difesa. A febbraio, un’autobomba era esplosa nella stessa zona, dove si trova anche la sede del partito Baath, uccidendo almeno 53 persone e ferendone oltre 200.