Usa, bando federale nozze gay: scettici 5 giudici Corte suprema

Washington (Usa), 27 mar. (LaPresse/AP) – Secondo giorno di udienza alla Corte suprema degli Stati Uniti sul delicato tema delle nozze gay. Se ieri il dibattito tra i nove giudici si concentrava sui ricorsi presentati contro il divieto delle matrimoni omosessuali introdotto in California dopo il referendum del 2008, noto come Proposition 8, oggi l’attenzione è stata rivolta al Defense of Marriage Act, legge del 1996 firmata dall’allora presidente Bill Clinton, che definisce il matrimonio esclusivamente come unione tra un uomo e una donna. Il provvedimento vieta il riconoscimento delle nozze gay a livello federale e impedisce alle coppie omosessuali di godere dei benefici federali garantiti invece alle coppie sposate. Tribunali di minor grado hanno già stroncato la misura, e oggi i giudici valuteranno se seguire l’esempio.

5 GIUDICI SCETTICI SU LEGGE FEDERALE. Nel corso del dibattito di oggi, il giudice Anthony Kennedy, conservatore ma spesso decisivo per le decisioni finali, si è unito ai suoi quattro colleghi liberali nell’esprimere preoccupazioni sulla legittimità del Defense of Marriage Act. Durante l’udienza, Kennedy ha notato che la legge sembra interferire con il potere degli Stati che hanno scelto di riconoscere i matrimoni tra persone dello stesso sesso. Altri giudici sostengono che essa crei due classi di matrimoni. La più critica è stata Elena Kagan, che ha letto un rapporto dalla Camera dei rappresentanti secondo cui la ragione del Defense of Marriage Act era “esprimere disapprovazione morale per l’omosessualità”. Parole che hanno provocato una forte reazione in aula.

CASO ‘US VS. WINDSOR’ Per discutere della legge, il caso preso oggi in considerazione è quello noto come ‘United States vs. Windsor’. La vicenda è quella di Edith Windsor, 83enne di New York, che ha presentato causa per contestare una fattura federale di 363mila dollari di tassa di successione dopo che la sua compagna di 44 anni, Thea Spyer, morì nel 2009. La Windsor sposò la donna nel 2007 in Canada (allora i matrimoni gay nello Stato di New York non erano ancora consentiti) dopo che i medici le rivelarono che la Spyer, malata di sclerosi multipla, non sarebbe vissuta a lungo. La Spyer ha lasciato tutti i suoi averi alla moglie. Non ci sarebbero stati problemi se la Windsor fosse stata sposata con un uomo. Le tasse da pagare in quel caso sarebbero state pari a zero.

NOZZE GAY IN CALIFORNIA. Sul caso discusso ieri non c’è ancora stata una decisione definitiva, ma la Corte sembra diretta verso una risoluzione che potrebbe garantire un ritorno dei matrimoni tra gay e lesbiche in California. Una decisione è attesa alla fine di giugno. Lo scorso primo marzo Barack Obama aveva presentato alla Corte un documento con il quale chiedeva di ribaltare la Proposition 8, schierandosi a favore delle nozze gay. Attualmente i matrimoni tra persone dello stesso sesso sono legali in nove Stati e nel distretto di Washington, mentre altri 12 Stati riconoscono ‘unioni civili’ o ‘partnership domestiche’.

ATTENZIONE DEL PAESE. I casi trattati ieri e oggi alla Corte hanno catalizzato l’attenzione di tutti gli Stati Uniti. Ieri, prima dell’udienza si sono radunate davanti alla Corte decine di sostenitori e oppositori dei matrimoni gay. I gruppi hanno inneggiato slogan, portato striscioni e sventolato bandiere. Situazione che si è ripetuta oggi, in dimensioni minori, e che ha visto la partecipazione quasi solo di sostenitori delle nozze omosessuali.

IN USA CRESCE CONSENSO PER NOZZE GAY. Intanto, secondo un sondaggio condotto da Pew Research Center a metà marzo, emerge che il 49% degli americani è a favore dei matrimoni gay, mentre il 44% è contrario. Dieci anni fa la posizione dell’opinione pubblica era molto diversa: il 58% si opponeva alle nozze tra persone omosessuali, che avevano invece il sostegno del 33% degli americani. Questo cambiamento non garantisce tuttavia un esito a favore dei matrimoni gay da parte della Corte dominata da conservatori e perfino alcuni attivisti per i diritti degli omosessuali si sono detti preoccupati del fatto che la questione sia stata portata davanti al tribunale troppo presto.