Pechino (Cina), 29 mar. (LaPresse/AP) – Un gruppo di 83 operai di una miniera del Tibet sono rimasti sepolti da una frana avvenuta nelle prime ore della mattina. La miniera, da cui si estrae oro, si trova nella contea di Maizhokunggar, nella prefettura di Lhasa. La televisione di Stato cinese Cctv spiega che la frana ha riguardato un’area mineraria di quattro chilometri quadrati. Secondo quanto riporta l’agenzia stampa Xinhua, i minatori lavorano per una compagnia sussidiaria del China national gold group e sarebbero stati sorpresi mentre riposavano all’interno delle gallerie. Sempre secondo l’agenzia, almeno due degli operai sepolti dai detriti sarebbero tibetani, il resto cinesi di etnia Han.

Stando alle prime notizie del luogo della frana, si è trattato di “un disastro naturale”. Cctv riferisce che a cedere sono stati circa due milioni di metri cubi di fango, rocce e detriti. Al momento le operazioni di soccorso sono in corso, nonostante in Cina sia già notte. Al lavoro oltre mille persone fra poliziotti, vigili del fuoco, soldati e medici, accompagnati da squadre cinofile. Sul posto stanno intervenendo anche delle ruspe, che scavano per rimuovere i detriti. I medici dell’ospedale più vicino riferiscono di avere ricevuto l’ordine di prepararsi ad accogliere eventuali feriti, ma nessuno per ora si è presentato. Alcuni pazienti già ricoverati in ospedale sono stati spostati in altre strutture, in modo da avere sufficienti posti letto per accogliere i sopravvissuti.

Il China national gold group è una compagnia di Stato, la società per la produzione dell’oro più grande della Cina. Il governo di Pechino incoraggia lo sviluppo di miniere e altri tipi di industria in Tibet, per stimolare la crescita economica e innalzare la qualità dello stile di vita. Il Tibet abbonda di riserve di rame, cromo, bauxite e altri minerali e metalli, e rappresenta una delle ultime frontiere di rapida crescita in Cina. Tuttavia, molti ritengono che la corsa alle risorse dell’area possa danneggiare il delicato ecosistema d’alta quota della regione e che l’influenza dei cinesi Han possa minacciare la cultura buddista della zona e i suoi stili di vita tradizionali.

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