New York (New York, Usa), 2 apr. (LaPresse/AP) – L’Assemblea generale delle Nazioni unite ha adottato il primo trattato internazionale sul commercio delle armi. La risoluzione è stata approvata a larga maggioranza con 154 voti a favore, tre contrari e 23 astensioni. Giovedì scorso il voto era stato bloccato da Iran, Corea del Nord e Siria, che avevano espresso la propria opposizione al trattato. Sono questi stessi tre Paesi che oggi hanno votato no. Tra gli astenuti ci sono Russia e Cina, entrambi grandi esportatori di armi. Quando il conteggio dei voti è apparso sullo schermo elettronico, nell’aula dell’Assemblea Onu è scoppiato un applauso scrosciante.

Finora non c’è mai stato un trattato per regolare il commercio mondiale di armi, il cui giro d’affari è stimato intorno ai 60 miliardi di dollari. Attivisti e alcuni governi promuovono da più di 10 anni una campagna mirata a stabilire regole internazionali per garantire che le armi non finiscano nelle mani di terroristi, ribelli e criminalità organizzata. Il trattato non prevede controlli sull’uso interno delle armi nei singoli Paesi, ma chiede ai governi di introdurre leggi nazionali sul trasferimento di armi convenzionali e delle loro componenti.

Il trattato farà “la differenza riducendo le sofferenze degli esseri umani e salvando delle vite”, aveva detto poco prima della votazione l’ambasciatore dell’Australia, Peter Woolcott, che ha presieduto i negoziati. “Lo promettiamo a quei milioni di persone, spesso le più vulnerabili della società, le cui vite sono state oscurate dal commercio internazionale di armi irresponsabile e illecito”, ha aggiunto rivolgendosi all’assemblea.

Le speranze di raggiungere un’intesa in una conferenza dell’Onu erano svanite a luglio, quando gli Stati Uniti dissero di avere bisogno di più tempo per considerare l’accordo proposto, una decisione sostenuta anche da Russia e Cina. A dicembre invece l’Assemblea ha deciso di tenere a marzo una conferenza finale sul trattato, fissando per giovedì scorso il termine ultimo per il raggiungimento dell’accordo. Dopo due settimane di intense negoziazioni, c’era grande ottimismo per una approvazione immediata, poi bloccata dal no di Corea del Nord, Siria e Iran. Oggi infine il via libera. La risoluzione chiede al segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, di predisporre le condizioni per la firma da parte degli Stati membri il 3 giugno e invita tutti i Paesi a ratificare il trattato “il prima possibile”.

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