Thatcher,un anno fa sugli schermi ‘The Iron Lady’ e le polemiche

Londra (Regno Unito), 8 apr. (LaPresse) – A portare sul grande schermo la storia della Lady di ferro, Margaret Thatcher, morta oggi per un ictus a 87 anni, è stata l’anno scorso l’attrice Maryl Streep nel film diretto da Phyllida Lloyd. La pellicola, uscita a gennaio 2012, ripercorre la vita del primo premier donna del Regno Unito dall’infanzia alla sua carriera politica, compresi i 17 giorni antecedenti alla guerra delle Falkland (1982). Il film è lo sguardo indietro di una donna anziana che ricorda, in modo talvolta confuso, i momenti del suo passato. Solo in parte storico, in ‘The Iron lady’ non risulta centrale la politica, piuttosto l’aspetto umano, partendo dalla Thatcher di 86 anni, vedova del marito Denis, che guardando indietro, ripensa al suo cammino, da figlia di un droghiere di provincia fino al comando del partito conservatore dominato da uomini ricchi e potenti.

La pellicola ha suscitato non poche polemiche nel mondo politico e familiare dell’ex primo ministro. Le contestazioni sono partite dai familiari per la rappresentazione dell’ex leader come una donna fragile, segnata da una forma di demenza senile. Anche il primo ministro inglese David Cameron, all’uscita del film nelle sale lo scorso anno, ha criticato il lavoro di Phyllida Lloyd sull’immagine che veniva trasmessa della Thatcher. “Questa pellicola parla più di vecchiaia e demenza, che di un primo ministro straordinario”, aveva affermato Cameron, spezzando però una lancia per l’interpretazione magistrale dell’attrice Meryl Streep, che ha vinto con questo film il suo terzo premio Oscar come miglior attrice protagonista.

La produzione, la regista Lloyd e l’attrice hanno fortemente difeso la realizzazione di un film biografico, sottolineando l’assenza di una posizione ideologica dietro a ‘The Iron lady’. “E’ più un dramma domestico che politico”, aveva detto Meryl Streep. La regista, che aveva già diretto l’attrice nel musical ‘Mammia mia’, ha difeso l’approccio del film anche perché parzialmente ispirato al libro scritto dalla figlia di Margaret, Carol Thatcher, in cui si descrive il declino mentale della madre. La Streep si era mostrata contraria alle critiche giudicandole sbagliate: “Se Margaret Thatcher avesse sofferto di un problema alle gambe o ai polmoni nessuno avrebbe detto niente, mentre la fragilità mentale nella nostra cultura sembra essere più vergognosa. Ma non lo è”.