Beirut (Libano), 22 apr. (LaPresse/AP) – Centinaia di persone potrebbero aver perso la vita negli ultimi giorni di scontri a Jdaidet Artouz e Jdaidet al-Fadel, due sobborghi di Damasco. Ribelli e regime del presidente Bashar Assad si accusano a vicenda del massacro, mentre gli attivisti forniscono bilanci contrastanti che vanno tra le cento e le oltre 480 vittime. Jdaidet al-Fadel è abitato per lo più da siriani fuggiti dalle alture del Golan dopo che l’area è stata occupata da Israele nel 1967, mentre Jdaidet Artouz ha una popolazione a maggioranza cristiana e drusa. Intanto, prosegue l’offensiva dell’esercito governativo nei sobborghi della capitale contro i ribelli.
BILANCIO CONTRASTANTI. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, le vittime potrebbero essere 250. Il direttore del gruppo, Rami Abdul-Rahman, spiega che il gruppo ha già documentato la morte di 101 persone, tra cui tre bambini, dieci donne e 88 uomini, ma sostiene che il bilancio possa ulteriormente aggravarsi. Tra i morti ci sarebbero anche 24 ribelli. I Comitati di coordinamento locali parlano di un bilancio anche più grave, fino a 483, spiegando che la maggior parte delle persone è morta a Jdaidet Artouz.
REGIME INCOLPA I RIBELLI. Il regime di Bashar Assad ha accusato i ribelli siriani di essere responsabili del “massacro” di civili. Un ufficiale dell’esecutivo, rimasto anonimo, sostiene che i combattenti di opposizione stiano cercando di accusare i soldati arrivati nell’area dopo che la strage era già stata compiuta, mentre alcuni corpi erano già in stato di decomposizione. “L’esercito – afferma – ha scoperto il massacro dopo essere arrivato nell’area”.
RIBELLI: STRAGE COMPIUTA DA MILIZIE ASSAD. Mohammed Saeed, attivista che vive nei pressi di Damasco, racconta invece che i ribelli si sono ritirati non appena è iniziata l’offensiva del governo la scorsa settimana. Quindi, spiega via Skype, le truppe e le milizie pro- governative hanno attaccato la zona e ucciso circa 250 persone. “La situazione è molto tesa”, aggiunge ancora Saeed, spiegando che nella zona non ci sono elettricità e acqua, e non funzionano i servizi di telefonia cellulare. “A Jdaidet al-Fadel è andato tutto distrutto, compreso l’unico panificio”, prosegue ancora l’attivista.
OPPOSIZIONE: VERGOGNOSO SILENZIO INTERNAZIONALE. Il massacro di civili è “l’ultimo odioso crimine commesso dal regime di Assad”, ha dichiarato la Coalizione nazionale siriana, principale gruppo di opposizione, denunciando come “vergognoso” il “silenzio assordante della comunità internazionale su questi crimini contro l’umanità”.
HAGUE: SCONVOLTO DA VIOLENZA REGIME. “Sono sconvolto dalla notizia di uccisioni di decine di persone, tra cui donne e bambini, da parte delle forze del governo siriano nella città di Jdaidet Al-Fadel, un sobborgo di Damasco. Questi eventi ci ricordano ancora una volta della spietata brutalità del regime di Assad e del terribile clima di impunità in Siria”. Così il segretario agli Esteri britannico, William Hague, ha commentato la strage di civili. Il massacro, ha affermato Hague, sottolinea l’urgente necessità di porre fine alla guerra nel Paese.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata