Seul (Corea del Sud), 27 apr. (LaPresse/AP) – La Corea del Nord ha annunciato che pronuncerà presto la sentenza nel caso di uno statunitense arrestato per presunti atti ostili contro il Paese, Kenneth Bae. Lo riferisce l’agenzia di stampa ufficiale nordcoreana Korean Central News Agency (Kcna), che non ha però parlato di una possibile data del verdetto. Bae è il sesto statunitense arrestato in Corea del Nord dal 2009 ed è accusato di un presunto tentativo di rovesciare il governo di Pyongyang.
CITTADINO USA RISCHIA PENA DI MORTE. “Le indagini preliminari sui crimini commessi dal cittadino americano Pae Jun Ho (il nome coreano dell’uomo ndr.) si sono chiuse”, recita Kcna. “Nel processo di indagine lui ha ammesso di avere commesso reati mirati a rovesciare la Repubblica Democratica Popolare di Corea in modo ostile e ci sono prove dei suoi reati”, prosegue l’agenzia. Non è chiaro a che tipo di sentenza vada incontro Bae, ma in passato una fonte ufficiale nordcoreana aveva detto ad Associated Press che gli sarebbe probabilmente stata imposta una pena dura, forse la pena di morte.
CHI E’ KENNETH BAE, MISSIONARIO CRISTIANO. Dai media nordcoreani Bae è stato identificato con il suo nome coreano, Pae Jun Ho. Di origine coreana, l’uomo lavorava per un tour operator ed è stato arrestato dopo essere arrivato con un tour il 3 novembre scorso a Rason, zona al confine con Cina e Russia. Tanto Pyongyang, quanto il governo degli Stati Uniti hanno rilasciato poche informazioni sul suo conto, ma amici, colleghi e attivisti sudcoreani lo definiscono come un missionario cristiano che viveva in una città al confine cinese e spesso faceva viaggi in Nord Corea per dare da mangiare agli orfani. Non è chiaro se abbia provato a evangelizzare mentre si trovava nel Paese. Ufficialmente la Corea del Nord garantisce la libertà di religione, ma in realtà le autorità attuano una repressione dei cristiani, che vengono visti come minacce al governo influenzate dall’Occidente. Alcuni disertori riferiscono che la distribuzione di Bibbie o le messe fatte in segreto, per esempio, possono portare alla condanna a morte o a scontare pene nei campi di lavoro.
IN PASSATO CITTADINI USA LIBERATI DOPO NEGOZIATI. Spesso i cittadini americani fermati nel Paese sono stati rilasciati a seguito di visite da parte di politici di alto profilo, tra cui per esempio gli ex presidenti Bill Clinton e Jimmy Carter. Nel 2009, per esempio, le giornaliste Laura Ling ed Euna Lee erano state condannate a 12 anni di lavori forzati per sconfinamento e non precisati atti ostili. Successivamente furono rilasciate quello stesso anno dopo una visita di Bill Clinton a Pyongyang per negoziare la loro liberazione. La notizia dell’incriminazione di Bae, giunge in un momento di tensione fra Pyongyang e gli Usa, con la Corea del Nord che ha intensificato la sua retorica di guerra contro Washington e contro la Corea del Sud.
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