Giacarta (Indonesia), 1 mag. (LaPresse/AP) – Migliaia di lavoratori sottopagati hanno manifestato oggi per le strade di diversi Paesi asiatici in occasione del Primo maggio per chiedere migliori condizioni lavorative e stipendi più alti. Una ricorrenza che arriva ad appena una settimana dal crollo del palazzo alla periferia di Dacca, capitale del Bangladesh, costato la vita a oltre 400 persone, per lo più operai che lavoravano in fabbriche di abbigliamento all’interno dell’edificio. Dall’Indonesia alla Cambogia, dalle Filippine allo stesso Bangladesh, il messaggio era sempre lo stesso: più lavoro, più lavoro sicuro, più equità sociale.

BANGLADESH E INDONESIA. In Bangladesh migliaia di persone hanno manifestato a Dacca, per chiedere migliori condizioni di lavoro nelle fabbriche e una punizione esemplare per il proprietario del palazzo crollato. Molti hanno inneggiato anche alla pena di morte. In Indonesia, decine di migliaia di persone sono scese in strada a Giacarta. ‘Condannate a morte i corruttori e sequestrate le loro proprietà’, si leggeva in un cartello. I dimostranti protestavano in particolare contro un piano del governo volto a tagliare i sussidi per il carburante. “Sembra che il governo sia così stupido. Ogni volta che parla di aumento dei prezzi del carburante fa salire i prezzi degli altri beni”, commenta un manifestante.

FILIPPINE. Nelle Filippine circa ottomila lavoratori hanno marciato a Manila. “Aumento degli stipendi!”, gridavano i manifestanti che, a loro volta, chiedevano un abbassamento dei prezzi del carburante e dei beni. Alcuni hanno dimostrato anche fuori dall’ambasciata Usa, dando fuoco a un quadro di legno che riportava le parole ‘salari bassi’, che rappresentava il presidente Benigno Aquino III come un lacchè del presidente statunitense Barack Obama. Ieri Aquino ha respinto una proposta per l’aumento degli stipendi e l’esenzione delle tasse per i bonus dei lavoratori, e al contrario ha annunciato un piano per equiparare i benefit di lavoratori pubblici e privati.

DA HONG KONG ALLA CAMBOGIA. Migliaia di persone hanno marciato a Hong Kong, compresi i portuali, in sciopero da un mese per chiedere migliori condizioni di lavoro e un aumento di paga. Tremila persone hanno manifestato a Singapore, dove è raro vedere dimostrazioni pubbliche, per protestare contro l’ineguaglianza sociale e gli alti stipendi dei ministri. Oltre diecimila persone sono scese in piazza anche a Taiwan per protestare contro il piano del governo volto a tagliare i versamenti per le pensioni. In Cambogia, infine, oltre cinquemila lavoratori del settore abbigliamento hanno marciato a Phnom Penh per chiedere migliori condizioni in fabbrica e un aumento della paga mensile da 80 a 150 dollari. Nel Paese asiatico, circa mezzo milione di persone lavora in questa industria.

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