Islamabad (Pakistan), 3 mag. (LaPresse/AP) – È stato assassinato da un gruppo di uomini armati stamattina a Islamabad, in Pakistan, il procuratore che si occupava dell’omicidio della ex premier Benazir Bhutto, uccisa nel 2007. Lo riferisce la polizia pakistana. Nel caso è coinvolto anche l’ex presidente Pervez Musharraf, che era al potere quando avvenne l’omicidio della Bhutto e che ha negato ogni accusa. Ancora non sono chiari i motivi dell’uccisione di oggi ma Chaudhry Zulfikar, questo il nome del procuratore, aveva lavorato anche alle indagini sull’attacco terroristico del 2008 a Mumbai, in India, in cui morirono 166 persone. Di quell’attentato è accusato il gruppo militante Lashkar-e-Taiba, con base in Pakistan.
L’ASSASSINIO DEL PROCURATORE. Il procuratore è stato ucciso mentre stava andando in tribunale. Secondo una prima ricostruzione fornita dalla polizia, le cose sarebbero andate come segue: un commando armato ha aperto il fuoco contro Chaudhry Zulfikar da un taxi, riuscendo a colpirlo alla testa, alla spalla e al petto. A quel punto il magistrato ha perso il controllo della sua auto, che ha investito una passante, che è morta. La guardia del procuratore, Farman Ali, ha risposto al fuoco e ritiene di avere ferito almeno uno degli aggressori. La guardia stessa è rimasta ferita. Subito dopo la sparatoria gli assassini sono fuggiti ed è partita una massiccia ricerca per trovarli.
L’OMICIDIO BHUTTO E IL CASO MUSHARRAF. Nel tribunale di Rawalpindi, vicino a Islamabad, Zulfikar avrebbe dovuto partecipare stamattina a un’udienza sul caso Musharraf-Bhutto. I procuratori di Stato hanno accusato Musharraf di essere coinvolto nell’omicidio e di non avere garantito sicurezza sufficiente alla ex primo ministro, accuse che lui ha sempre negato. Da parte sua, l’ex uomo forte del Pakistan accusò dell’omicidio i talebani pakistani.
MUSHARRAF AI DOMICILIARI. Musharraf è tornato in patria a marzo, dopo quattro anni di esilio auto-imposto, nonostante le minacce ricevute dai talebani e una serie di casi giudiziari a suo carico. La sua speranza era di candidarsi alle elezioni dell’11 maggio, ma i giudici glielo hanno impedito a causa della sua condotta quando era al potere. Inoltre una Corte di Peshawar, nel nordovest del Paese, ha stabilito questa settimana che Musharraf non potrà più ricoprire alcun incarico pubblico per il resto della sua vita, decisione contro la quale lui ha intenzione di presentare ricorso. Attualmente si trova agli arresti domiciliari alla periferia di Islamabad in relazione a diversi casi legali a suo carico, compreso quello dell’omicidio Bhutto. Affronta inoltre accuse di tradimento davanti alla Corte suprema. Musharraf prese il potere nel 1999 con un colpo di Stato militare compiuto mentre era capo dell’esercito e governò per quasi un decennio, fino a quando non fu costretto a lasciare nel 2008 a causa del crescente malcontento.
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