Washington (Usa), 4 mag. (LaPresse/AP) – Attacco aereo di Israele in Siria. A riferirlo nella notte sono state fonti degli Stati Uniti, ma in mattinata è arrivata la conferma da parte di fonti ufficiali israeliane. Obiettivo del raid aereo, stando alle fonti israeliane, sarebbe stato un carico di missili sofisticati terra-terra a lungo raggio che erano destinati al gruppo libanese Hezbollah. Damasco ha smentito che il raid sia avvenuto. Nella notte, poche ore dopo la diffusione della notizia da parte della Cnn, è intervenuto Barack Obama, affermando che non prevede l’invio di truppe di terra americane in Siria. L’attacco israeliano giunge mentre si è riacceso il dibattito sul possibile uso di armi chimiche in Siria, dopo che la settimana scorsa la Casa Bianca ha fatto sapere di avere prove del loro utilizzo in almeno due casi.
ATTACCO AEREO ISRAELIANO IN SIRIA. Stando alle fonti Usa, l’attacco israeliano sarebbe avvenuto nella notte tra giovedì e venerdì, mentre le fonti israeliane parlano di venerdì. Non è chiaro in quale zona sia stato compiuto precisamente il raid, né se l’aviazione israeliana lo abbia lanciato dallo spazio aereo libanese o da quello siriano. “Quello che possiamo dire è che Israele è determinata a evitare il trasferimento di armi chimiche o altri tipi di armi da parte del regime siriano ai terroristi, e specialmente a Hezbollah in Libano”, aveva commentato inizialmente l’ambasciatore israeliano a Washington, Aaron Sagui, senza fornire alcuna conferma dell’attacco.
OBIETTIVO ERANO MISSILI DIRETTI A HEZBOLLAH. In un primo momento le fonti americane avevano riferito che sembrava essere stato preso di mira un sospetto deposito di armi; successivamente la precisazione dei funzionari israeliani: obiettivo dell’attacco era un carico di missili sofisticati terra-terra a lungo raggio diretto a Hezbollah. Proprio questa settimana il leader del gruppo, Hassan Nasrallah, ha dichiarato esplicitamente che Hezbollah appoggerà se necessario il presidente siriano Bashar Assad nello sforzo di porre fine ai due anni di rivolta. Nelle ultime settimane, inoltre, il premier israeliano Benjamin Netanyahu aveva lanciato ripetuti avvertimenti dicendo che Israele sarebbe stata pronta a intraprendere un’azione militare nel caso in cui armi chimiche o altri tipi di armi fossero stati destinati a Hezbollah.
I PRECEDENTI. Non è la prima volta che Israele compie attacchi in Siria. A gennaio un raid aereo israeliano colpì un convoglio che si credeva trasportasse missili anti-aerei sofisticati SA-17 diretti a Hezbollah. Da parte di Tel Aviv non c’è stata nessuna conferma ufficiale della propria responsabilità, ma fonti ufficiali hanno suggerito la cosa in modo piuttosto esplicito. Nel 2007 alcuni jet israeliani bombardarono il sito di un sospetto reattore nucleare lungo il fiume Eufrate nel nordest della Siria, un attacco che mise in imbarazzo e scosse il regime di Assad, portando a uno sviluppo del sistema di difesa aereo siriano. Fu la Russia a fornire le apparecchiature per i sistemi di difesa e Mosca continua a essere un fidato fornitore di equipaggiamenti militari al regime di Assad.
OBAMA NON PREVEDE INVIO TRUPPE USA IN SIRIA. I media israeliani non fanno parola dell’attacco. Intanto, poche ore dopo la diffusione della notizia, Obama ha fatto riferimento alla Siria nel corso della conferenza stampa che ha tenuto in Costa Rica, dove era in visita. Rispondendo a una domanda in cui gli si chiedeva cosa potrebbe fare se dovessero emergere ulteriori prove dell’uso di armi chimiche in Siria, il presidente Usa ha detto che non prevede l’invio di truppe di terra americane in Siria. Obama ha detto che, in quanto comandante in capo, non gli piace escludere delle cose, ma “non prevedo uno scenario in cui soldati sul territorio in Siria, stivali americani sul terreno, sarebbero positivi non solo per gli Stati Uniti ma anche per la Siria”. Poi ha aggiunto che, nel caso in cui venisse confermato l’uso sistematico di armi chimiche in Siria, gli Stati Uniti presenterebbero le eventuali prove alla comunità internazionale.
L’USO DI ARMI CHIMICHE. Il dibattito su un possibile intervento militare degli Stati Uniti si è sollevato dopo che la settimana scorsa la Casa Bianca ha fatto sapere dell’esistenza di prove d’intelligence che conferemerebbero l’uso di armi chimiche. Obama ha detto tuttavia che non è ancora chiaro quando, dove né come le armi siano state usate. La Casa Bianca ha mantenuto in proposito una linea prudente, nonostante in passato si fosse riferita all’eventuale utilizzo di armi chimiche come al superamento di una “linea rossa”. Finora gli Usa hanno mandato ai ribelli siriani aiuti umanitari, ma non armi. Negli ultimi giorni tuttavia, all’interno dell’amministrazione Usa, ha preso sempre più piede l’ipotesi di armare i ribelli e giovedì il capo del Pentagono, Chuck Hagel, ha confermato che è una delle opzioni che si stanno valutando.
LUNGA INIMICIZIA FRA ISRAELE E HEZBOLLAH. L’inimicizia fra Israele da una parte e Siria ed Hezbollah dall’altra va avanti da decenni. Hezbollah considera lo Stato ebraico un nemico mortale e la situazione è stata ulteriormente complicata dall’esplodere della guerra civile in Siria. L’esercito di Assad ha infatti subìto perdite considerevoli, il che costituisce una minaccia per Hezbollah, che rischia di perdere un sostenitore chiave oltre che un corridoio di accesso all’Iran. Teheran e Damasco forniscono a Hezbollah la maggior parte dei finanziamenti e delle armi.
Nel 2006 Hezbollah e Israele combatterono una guerra di 34 giorni che portò a un nulla di fatto. In quel conflitto morirono 1.200 libanesi e 160 israeliani. Da allora i confini sono rimasti perlopiù tranquilli, ma la lotta ha preso poi altre forme. Il gruppo libanese ha accusato Tel Aviv di avere ucciso un suo alto comandante, mentre Israele ha puntato il dito contro Hezbollah e Iran per l’attentato di luglio 2012 a Burga, in Bulgaria, contro un bus di turisti israeliani. A ottobre, infine, Hezbollah ha lanciato un drone di produzione iraniana su Israele. Tel Aviv sostiene che dal 2006 l’arsenale di Hezbollah abbia avuto consistenti miglioramenti e che ora comprenda decine di migliaia di razzi e missili e sia capace di colpire obiettivi all’interno di quasi tutto il territorio dello Stato ebraico.
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