Ankara (Turchia), 8 mag. (LaPresse/AP) – I ribelli curdi del Pkk (Partito dei lavoratori del Kurdistan) hanno iniziato il ritiro dalla Turchia verso il nord dell’Iraq. Il Pkk aveva dichiarato il cessate il fuoco a marzo, annunciando il graduale ritiro dal territorio turco come parte degli sforzi di pace volti a mettere fine al conflitto costato la vita a migliaia di persone. Come riferisce ad Associated Press Gultan Kisinak, presidente del partito turco pro-curdi, un primo gruppo di combattenti ha iniziato oggi a trasferirsi verso il confine con l’Iraq. Il Pkk ha in territorio turco un numero di combattenti compreso tra 1.500 e 2.000, e si stima che il ritiro totale durerà alcuni mesi. “In base alle informazioni che abbiamo ricevuto, il ritiro è iniziato”, ha aggiunto Kisanak, senza però dare informazioni sul numero dei combattenti coinvolti in questa prima ritirata. Il governo di Ankara non è stato in grado di confermare l’inizio delle operazioni di abbandono della Turchia da parte dei guerriglieri, ma il vice premier Bulent Arinc ha dichiarato: “Stiamo seguendo la questione. Si tratta di un risultato importante per noi e sentiamo che ci stiamo avvicinando a dei risultati”.

“È un processo storico e una giornata storica”, ha detto Pervin Buldan, un deputato del Partito pace e democrazia, pro-curdo, coinvolto nei negoziati di pace. “È un giorno – ha aggiunto – quando un processo segnato dal conflitto finisce e ne inizia uno nuovo”. Ieri i ribelli del Pkk avevano accusato la Turchia di atti “provocatori”, tra cui la costruzione di nuove postazioni militari al confine, voli di ricognizione con droni senza equipaggio e mobilitazione militare nel sudest del Paese, a maggioranza curda. Ciononostante il gruppo ha confermato che procederà con il ritiro come previsto. Il Pkk, ha spiegato Kisanak, intende ritirare per primi i ribelli dispiegati nelle basi più distanti dal confine, in modo da permettere a quelli che si trovano vicino alla frontiera di monitorare la situazione e garantire un passaggio sicuro. I combattenti delle basi situate nei pressi del confine, ha precisato Kisanak, saranno ritirati per ultimi. Sia il Pkk che il governo di Ankara hanno detto che i ribelli seguiranno alcuni percorsi usati da loro abitualmente per attraversare la frontiera.

Ozturk Turkdogan, il presidente dell’associazione per i diritti umani turca Ihd, incaricato di seguire il ritiro dei ribelli, ha fatto sapere che i militanti lasceranno il territorio della Turchia a piedi. I membri dell’Ihd monitoreranno zone vicino al confine per garantire che durante il ritiro non ci siano in corso operazioni dell’esercito di Ankara. Il premier turco Recep Tayyip Erdogan ha più volte assicurato che la sicurezza dei ribelli sarà garantita durante la ritirata. “Loro trattano le parole del primo ministro come una garanzia politica – ha detto Kisanak – ma vogliono comunque adottare delle precauzioni”. Secondo il Pkk, centinaia di membri dell’organizzazione furono attaccati durante un ritiro nel 1999, ordinato da Ocalan dopo il suo arresto.

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