Mosca (Russia), 15 mag. (LaPresse/AP) – Prima del caso di Ryan Fogle, un altro “agente della Cia” era stato espulso dalla Russia a gennaio. A rivelarlo è stato un funzionario dei servizi segreti russi (Fsb), comparso oggi, seduto al buio e quindi irriconoscibile, in un video trasmesso dalla televisione di Stato. L’annuncio arriva dopo l’arresto del diplomatico Fogle, terzo segretario dell’ambasciata Usa a Mosca, fermato nella notte tra lunedì e ieri con l’accusa di essere un agente della Cia e di aver cercato di reclutare un agente del controspionaggio russo, specializzato nel Caucaso. L’ambasciata degli Usa a Mosca non ha per il momento commentato.
Nel filmato l’uomo spiega anche che le autorità russe stavano seguendo Fogle fin da quando assunse l’incarico a Mosca, nel 2011. L’uomo gode dell’immunità diplomatica e ha ricevuto ieri un ordine di espulsione immediata. Il 29enne è stato consegnato a funzionari dell’ambasciata, ma non è chiaro dove si trovi oggi. Dal canto suo il dipartimento di Stato Usa ha confermato che Fogle lavorava come dipendente dell’ambasciata, ma non ha fornito dettagli sul suo impiego. La Cia non ha invece rilasciato alcun commento.
Intanto oggi, in seguito alla convocazione ricevuta dopo l’arresto dell’uomo, l’ambasciatore degli Stati Uniti a Mosca, Michael McFaul, si è presentato al ministero degli Esteri russo. Il diplomatico è rimasto nella sede del ministero circa mezz’ora, senza rilasciare dichiarazioni ai giornalisti che aspettavano fuori. Da una nota diffusa dal ministero degli Esteri russo si apprende che il viceministro Sergei Ryabkov ha consegnato a McFaul una protesta scritta relativa al caso di Fogle. Nel corso dell’incontro i due hanno parlato anche di altre questioni internazionali.