Egitto, migliaia in piazza contro Morsi: 16 morti e 781 feriti

Il Cairo (Egitto), 1 lug. (LaPresse/AP) – Nella giornata in cui centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza in Egitto per chiedere le dimissioni del presidente Mohammed Morsi, a un anno dall’inizio del suo mandato, si registrano nuove violenze e nuove vittime. Le manifestazioni più grandi si sono tenute al Cairo. Il bilancio è di 16 morti e 781 feriti. I morti erano tutti manifestanti anti Morsi: cinque hanno perso la vita in scontri al quartier generale dei Fratelli musulmani su un altopiano davanti al Cairo, mentre gli altri cinque in città nel sud dell’Egitto, cioè Beni Suef, Fayoum e Assiut.

16 MANIFESTANTI UCCISI, 781 FERITI. Cinque dimostranti anti Morsi sono morti durante gli scontri al quartier generale dei Fratelli musulmani su un altopiano davanti al Cairo. I manifestanti che si oppongono al presidente egiziano hanno attaccato la sede lanciando sassi e candelotti contro l’entrata, dove erano state erette barricate. Secondo quanto raccontano alcuni testimoni, i candelotti sono esplosi e così all’ingresso della villa, circondata da mura, è scoppiato un incendio. Nelle ore successive i sostenitori dei Fratelli musulmani hanno continuato a sparare con fucili a pallini sui giovani manifestanti all’esterno e almeno cinque anti Morsi sono rimasti uccisi. A riferire il bilancio è un attivista che monitora le vittime in ospedale, Nazli Hussein. Altri manifestanti anti Morsi sono stati uccisi invece in scontri e sparatorie nel sud dell’Egitto, nelle città di Beni Suef, Fayoum e ad Assiut, roccaforte degli islamisti. Almeno 781 i feriti in tutto l’Egitto, secondo il bilancio fornito dal ministero della Sanità.

CENTINAIA DI MIGLIAIA IN PIAZZA NELLA CAPITALE. A scendere in piazza al Cairo per una delle maggiori manifestazioni degli ultimi anni in Egitto, sono state decine di migliaia di persone. Fin dalle prime ore del mattino gli oppositori di Morsi si sono radunati in piazza Tahrir, centro storico delle proteste, per chiedere le dimissioni del presidente. Le proteste si sono concentrate anche nella zona del palazzo presidenziale di , nel quartiere di Heliopolis, e in tante altre città, come Alessandria e alcuni centri sul delta del Nilo, Mansura, Tanta e Damanhour. Molti anche i sostenitori di Morsi che hanno manifestato, concentrandosi nei pressi della moschea Rabia al-Adawiya Mosque. Da qui hanno marciato verso il palazzo presidenziale. Alcuni indossavano giubbotti antiproiettile ed elmetti da operai e portavano con sé scudi e mazze, sostenendo che si trattasse di precauzioni per difendersi da eventuali violenze.

MORSI: NON MI DIMETTO. Sabato il gruppo giovanile Tamarod, che guida la campagna contro Morsi, ha annunciato di avere raccolto 22 milioni di firme a sostegno della richiesta di dimissioni del presidente egiziano. Ma i sostenitori di Morsi mettono in dubbio da tempo l’autenticità delle firme raccolte. E ieri lo stesso presidente, in un’intervista al Guardian, ha fatto sapere di non aver alcuna intenzione di lasciare l’incarico. “Se cambiassimo qualcuno che è al potere in virtù della legittimità costituzionale, bene, anche in quel caso ci sarebbero persone che si opporrebbero al nuovo presidente e una settimana o un mese dopo gli chiederebbero di nuovo di dimettersi”, ha detto Morsi al quotidiano britannico, aggiungendo: “Non c’è spazio per alcun colloquio contro questa legittimità costituzionale”.