Pechino (Cina), 3 giu. (LaPresse/AP) – Nell’est della Cina 119 persone sono morte e 54 sono rimaste ferite a causa di un incendio nell’allevamento e macello di polli in cui lavoravano. Secondo l’agenzia stampa cinese Xinhua gli operai sono rimasti intrappolati nelle strutture di cemento di Dehui, nella provincia di Jilin. Al momento dell’incendio erano presenti circa 350 lavoratori e i sopravvissuti hanno raccontato che la fuga è stata complicata dalle poche uscite, dalla conformazione complicata degli interni e da un cancello principale chiuso a chiave.
Sembra che le fiamme abbiano avuto origine da tre esplosioni che hanno coinvolto il sistema elettrico. Il dipartimento provinciale dei vigili del fuoco le ha attribuite a una perdita di ammoniaca, che in forma di gas pressurizzato è usata nel sistema di raffreddamento degli impianti che processano carne. Non è chiaro quanti lavoratori manchino ancora all’appello, ma un ufficiale del governo locale ha detto a condizione di anonimato di aspettarsi che il bilancio delle vittime cresca ancora. Intanto, le fiamme sono state spente.
L’allevamento, di proprietà della compagnia Jilin Baoyuanfeng Poultry, è uno dei numerosi presenti nella zona, dove gli animali vengono uccisi e poi lavorati per essere immessi sul mercato. Produce ogni anno 67mila tonnellate di carne di pollo e impiega 1.200 persone. L’intero processo si svolge a temperature basse, quindi le strutture sono spesso costruite con materiali isolanti altamente infiammabili. Torna quindi l’attenzione sulla carente sicurezza dei luoghi di lavoro nel Paese. L’incidente arriva mentre il settore si sta riprendendo, con le vendite di carne di pollo di nuovo in salita dopo che i consumi si erano ridotti per i nuovi casi di influenza aviaria registrati tra aprile e inizio maggio.
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