Ankara (Turchia), 5 giu. (LaPresse/AP) – Migliaia di persone si stanno raccogliendo a piazza Taksim, a Istanbul, e nel centro di Ankara per il secondo giorno di sciopero indetto dalla confederazione dei sindacati del settore pubblico in Turchia. Dopo gli scontri di stanotte vicino agli uffici del premier Recep Tayyip Erdogan ad Ankara e Istanbul, come pure ad Antakya, nel sesto giorno di manifestazioni le proteste sono state finora più tranquille. In un segnale di apertura, il vicepremier Bulent Arinc ha incontrato una delegazione di dimostranti, che hanno avanzato una serie di richieste. Intanto il gruppo di protesta per Gezi Park incassa l’appoggio del Nobel per la Letteratura Orhan Pamuk.
VICEPREMIER INCONTRA MANIFESTANTI. Il vicepremier turco, Bulent Arinc, ha incontrato i rappresentanti dei manifestanti che da giorni protestano in diverse città della Turchia e si è scusato per la repressione, che ha definito “sbagliata e ingiusta”. A tendere una mano in direzione è stato dunque lui, e non il primo ministro Erdogan, che è partito lunedì per un viaggio in Nord Africa e in questi giorni ha continuato a mostrare il pugno duro.
LE RICHIESTE DI CHI PROTESTA. I rappresentanti di ‘Taksim Solidarity Platform’, gruppo che comprende accademici, architetti e ambientalisti, ha presentato al governo una lista di richieste che, se soddisfatte, potrebbero porre fine alle proteste antigovernative. Si tratta tuttavia di richieste indicative per allentare la tensione, ma non è detto che le decine di migliaia di manifestanti accoglierebbero un eventuale invito a fermare le manifestazioni. Denunciando lo stile “vessatorio” di Erdogan, il gruppo ha chiesto al governo di fermare il progetto di lavori previsti per piazza Taksim, di vietare l’uso di gas lacrimogeni da parte della polizia, di rilasciare immediatamente tutti i manifestanti arrestati, di abbandonare tutte le restrizioni alle libertà di espressione e assemblea e di rimuovere dall’incarico tutti i funzionari coinvolti nella violenta repressione, compresi governatori e capi della polizia. “I passi che il governo farà da ora in poi condizioneranno il corso della reazione della società”, ha detto ai giornalisti uno dei capi della delegazione, Eyup Muhcu, dopo l’incontro con il vicepremier.
A SMIRNE 25 ARRESTI PER USO SOCIAL NETWORK. La polizia turca ha arrestato intanto a Smirne 25 persone. L’accusa è di “diffusione di informazioni false” sui social network e di avere incitato persone a unirsi alle proteste. A farlo sapere è stata l’agenzia di stampa di Stato Anadolu, aggiungendo che la polizia stava ancora cercando 13 persone. Sotto accusa sarebbero precisamente alcuni post su Twitter, ma non è chiaro di che commenti si tratti. Solo qualche giorno fa Erdogan aveva definito Twitter “la peggiore minaccia alla società”.
IL NOBEL PAMUK APPOGGIA LA PROTESTA PER GEZI PARK. Il movimento di protesta di Istanbul incassa intanto oggi il sostegno di un personaggio molto noto, l’autore turco Orhan Pamuk premio Nobel per la Letteratura nel 2006, che si è schierato pubblicamente con una dichiarazione scritta. Nel suo scritto, l’autore parte da un ricordo di bambino che ha raccontato nel suo libro ‘Istanbul’. Ricorda che a Nisantasi, dove è cresciuto, c’era un albero di noci e che la sua famiglia trascorse una notte vicino all’albero quando il comune decise di abbatterlo. Pamuk racconta che quell’episodio unì la sua famiglia e prosegue dicendo che Taksim è stata l’albero di noci di Istanbul e dovrebbe essere protetta. “Quest’anno il governo ha vietato le proteste del primo maggio; dall’altra parte ha deciso di rendere Gezi Park un centro commerciale”, afferma lo scrittore, sottolineando che tutti questi cambiamenti sono stati fatti senza chiedere l’opinione degli abitanti di Istanbul, il che è molto sbagliato. “Vedere che la gente non cede i suoi ricordi né il suo diritto a compiere una protesta politica mi dà speranza”, conclude Pamuk.
I MOTIVI DELLE PROTESTE. Le manifestazioni sono cominciate a Istanbul il 27 maggio per impedire l’abbattimento di 600 alberi di Gezi Park previsto dal progetto di riammodernamento di piazza Taksim. Dopo un violento intervento della polizia per disperdere il sit-in con lacrimogeni e cannoni ad acqua, tuttavia, il 31 maggio, le proteste si sono trasformate in cortei contro il governo e si sono estese a diverse città del Paese. Tra le principali, Ankara e Smirne.
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