Vienna (Austria), 6 giu. (LaPresse/AP) – Sale la tensione sulle alture del Golan. Questa mattina i ribelli siriani hanno lanciato un attacco contro il valico di Quneitra, prendendone il controllo per alcune ore, prima che l’esercito di Damasco lo riconquistasse. Negli scontri è rimasto ferito un peacekeeper filippino. E intanto, nel primo pomeriggio, il governo austriaco ha fatto sapere che ritirerà il suo continente dispiegato nell’area, perché la situazione della sicurezza è divenuta insostenibile.
ATTACCO A QUNEITRA. L’attacco ribelle per prendere Quneitra, valico situato lungo la linea del cessate il fuoco tra Siria e Israele, è stato lanciato questa mattina. L’area è presidiata dai caschi blu della missione Undof dell’Onu. A darne conferma è stato il colonnello Michael Bauer del ministero della Difesa austriaco, precisando che nessun peacekeeper è rimasto ferito. I caschi blu, ha aggiunto Bauer, si sono ritirati dal valico. L’Osservatorio siriano per i diritti umani riferisce che i combattenti di opposizione hanno attaccato posti di blocco e veicoli corazzati dell’esercito, e che sono scaturiti violenti scontri, durante cui le truppe di Assad avrebbero bombardato villaggi circostanti. Dal lato israeliano delle alture del Golan questa mattina era possibile vedere carri armati e veicoli corazzati a circa un chilometro di distanza nel territorio siriano. In seguito all’assalto, le forze armate di Tel Aviv hanno affermato che il lato israeliano del valico è stato dichiarato “zona militare chiusa”, inaccessibile ai giornalisti a causa dei combattimenti.
CONTRATTACCO ESERCITO. L’emittente siriana Al-Ikhbariyah Tv, legata al governo, ha negato che i combattenti dell’opposizione abbiano preso il controllo del valico, spiegando invece che l’esercito sta inseguendo “terroristi” nelle alture del Golan. Dopo alcune ore sembra che l’esercito abbia ripreso il controllo del passaggio di confine. Quello di Quneitra è l’unico valico lungo la linea del cessate il fuoco ed è usato soprattutto da caschi blu dell’Onu e da membri della comunità drusa che si spostano tra villaggi situati dai due lati del confine.
AUSTRIA RITIRA CONTINGENTE. A seguito dell’episodio di questa mattina e, dopo un dibattito che va avanti da tempo, il governo austriaco ha deciso di ritirare i suoi 377 caschi blu dall’area, occupata da Israele nel 1967. Dopo l’attaco, un’unità di crisi del ministero della Difesa di Vienna ha tenuto un incontro per valutare la situazione e, passate alcune ore, il cancelliere Werner Fayman e il ministro degli Esteri Michael Spindelegger hanno annunciato la decisione. In una nota congiunta hanno spiegato di aver deciso il ritiro per ragioni di sicurezza. “Lo sviluppo” della situazione, si legge, “mostra che non può essere più giustificata un’ulteriore attesa”.
FERITO PEACEKEEPER FILIPPINO. Nel corso degli scontri, inoltre, un casco blu filippino di stanza sulle alture è rimasto ferito. A darne notizia è stato un portavoce dell’esercito di Manila, il colonnello Ramon Zagala. Il soldato ha riportato una ferita alla gamba per un colpo di artiglieria o mortaio caduto su Camp Ziouani, base logistica dell’Undof, la missione Onu nell’area. L’uomo, che fa parte del contingente di circa 300 militari filippini impegnati sulle alture, è in condizioni stabili. Non è chiaro se il colpo sia partito da esercito o ribelli. A marzo 21 peacekeeper filippini vennero catturati da un gruppo ribelle che poi li rilasciò illesi dopo quattro giorni. Lo stesso gruppo, la brigata dei martiri di Yarmouk, catturò altri quattro soldati filippini a maggio, rilasciandoli poi cinque giorni dopo. Il ministro degli Esteri del Paese asiatico, Albert del Rosario, ha raccomandato il ritiro di tutti i caschi blu delle alture del Golan in seguito all’ultimo sequestro. Ma il presidente Benigno Aquino III non ha ancora approvato la misura.
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