Atene (Grecia), 12 giu. (LaPresse/AP) – Il governo greco ha spento la televisione pubblica. Dalle 23 di ieri sera (le 22 in Italia) i canali della tv e della radio pubblica Hellenic broadcasting corp (Ert) hanno fermato le trasmissioni, appena un’ora dopo l’annuncio dello stop. La decisione del governo implica il licenziamento di circa 2.500 dipendenti e rientra nei tagli intrapresi da Atene per accontentare gli obiettivi della troika in relazione agli aiuti internazionali.
Il portavoce del governo, Simos Kedikoglou, ex giornalista della tv di Stato, ha descritto Ert come “un’oasi di spreco” e ha aggiunto che il personale che resterà senza lavoro sarà indennizzato. “Ert rappresenta un esempio tipico di mancanza di trasparenza e incredibile spreco. Tutto ciò termina oggi”, ha detto. “I costi nell’emittente sono fra tre e sette volte più alti che nelle altre stazioni tv e il personale è fra quattro e sei volte maggiore che nelle altre emittenti. Tutto questo per un bacino di utenza molto piccolo, circa la metà di una qualunque tv privata”, ha aggiunto.
Il governo ha dichiarato che Ert tornerà in onda “il prima possibile”, con un organico nuovo e ridotto, ma non è chiaro se e come questo accadrà. I giornalisti licenziati da tv e radio, intanto, nella notte hanno rifiutato di lasciare le redazioni, continuando a trasmettere in diretta via internet. I sindacati di categoria hanno proclamato uno sciopero di 24 ore, che interromperà anche le trasmissioni di informazioni delle tv private. E migliaia di persone si sono radunate all’esterno della sede principale dell’emittente, ad Atene, per opporsi alla misura.
L’interruzione delle trasmissioni ha suscitato proteste, oltre che nel mondo del lavoro, anche in quello politico. L’opposizione ha chiesto che il governo ritorni sulla sua decisione, esprimento contrarietà al decreto ministeriale a effetto immediato, che necessita di approvazione definitiva in Parlamento. Socialisti del Pasok e Sinistra democratica hanno annunciato che voteranno no. Il Pasok, in un comunicato, ha dichiarato che i conservatori al governo hanno parlato della chiusura di Ert come di una mossa necessaria per ottenere la prossima tranche di aiuti finanziari internazionali.
In un comunicato ufficiale emesso dal ministero delle Finanze, si legge che Ert è stata formalmente sciolta e che le autorità “proteggeranno” le strutture dell’emittente. Migliaia di lavoratori del settore dei media e i loro sostenitori hanno protestato contro la chiusura ad Aghia Paraskevi, sobborgo di Atene in cui ha sede la Ert, mentre la polizia in tenuta antisommossa è stata schierata fuori dagli uffici di altre zone della Grecia, ma non ci sono state notizie di scontri. Ieri sera le tv private hanno interrotto per protesta i loro notiziari, dopo che il sindacato Poesy ha indetto uno sciopero accusando il governo di sacrificare l’Ert per accontentare i creditori. Finora la Grecia ha ricevuto circa 200 dei 240 miliardi di euro necessari al suo salvataggio economico, e nei giorni scorsi un gruppo di ispettori è giunto ad Atene per una nuova analisi chiedendo nuovi tagli e riforme.
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