Londra (Regno Unito), 17 giu. (LaPresse/AP) – Al via oggi in Irlanda del Nord il summit del G8. Sul tavolo dei leader di Regno Unito, Usa, Canada, Russia, Germania, Francia, Giappone e Italia, riuniti al Lough Erne Resort di Fermanagh, ci saranno soprattutto il conflitto in Siria e temi economici come la lotta all’evasione fiscale e il lavoro. Sul vertice però, dopo lo scandalo Nsa che ha recentemente colpito l’amministrazione Obama, pesa l’ombra di un nuovo scoop del Guardian: durante due vertici del G20 di Londra del 2009 il Regno Unito avrebbe spiato i leader stranieri. Le rivelazioni, per le quali ancora una volta viene citata come fonte l’ex contractor dell’Nsa Edward Snowden, rischiano di portare imbarazzo nei colloqui di oggi. Tanti i bilaterali a margine del summit. Tra questi, già oggi quello fra Enrico Letta e Barack Obama. Il presidente Usa avrà inoltre un faccia a faccia con David Cameron e incontrerà Vladimir Putin.
GUARDIAN: LONDRA SPIO’ LEADER STRANIERI. A effettuare i controlli durante i vertici G20 del 2009 fu, secondo il Guardian, l’agenzia Gchq, il Quartier generale governativo per le comunicazioni, che si sarebbe ripetutamente introdotta in telefoni ed e-mail dei diplomatici stranieri. Stando al quotidiano, sarebbe anche stato messo sotto controllo un internet café nel tentativo di scoprire informazioni utili in negoziati di grande rilievo.
LA FONTE E’ DI NUOVO SNOWDEN. Come nel recente scandalo Nsa, stando al Guardian la fonte è il giovane Edward Snowden. Sarebbe stato lui a fornire una decina di documenti governativi interni. Secondo quanto riferisce il quotidiano, il materiale usato come fonte sarebbe composto da una “slide di Power Point”, un documento di aggiornamento interno e altre carte definite semplicemente “documenti”. Parte del materiale è stato pubblicato sul sito del Guardian con alcune righe oscurate; un portavoce del giornale spiega che l’annerimento di alcune righe è stato fatto su iniziativa del quotidiano stesso, ma si è rifiutato di dare ulteriori dettagli su questa scelta. Non è chiaro come Snowden abbia avuto accesso a documenti dell’intelligence britannica, ma in un articolo il Guardian fa riferimento al fatto che le carte sarebbero state prese da un network di materiale top-secret condiviso fra Gchq e Nsa. L’accademico britannico Richard J. Aldrich, che ha scritto il libro ‘GCHQ’ sulla storia dell’agenzia, afferma che non sarebbe stupito se il materiale dell’intelligence britannica provenisse da un network condiviso al quale Snowden abbia avuto accesso, spiegando che l’Nsa e la Gchq collaborano in modo così stretto che in alcune zone le due agenzie operano effettivamente come se fossero una sola.
DIPLOMATICI CONTROLLATI IN INTERNET CAFE’ E SU SMARTPHONE. Tra i dettagli che emergono dai documenti citati, anche il fatto che la rete di computer del ministero degli Esteri del Sudafrica sarebbe stata hackerata e che al G20 sarebbe stata presa di mira anche la delegazione turca. In particolare uno dei documenti, che non è tra quelli pubblicati, fa riferimento a intercettazioni degli smartphone effettuate dalla Gchq. “Le capacità contro Blackberry hanno fornito copie avanzate dei briefing ministeriali”, si leggerebbe nel documento, che proseguirebbe dicendo “i diplomatici di tutti i Paesi hanno l’abitudine di usare gli smartphone” e aggiungendo che le spie “hanno sfruttato questo uso nei meeting del G20 dello scorso anno”. Un altro documento, citato ma non pubblicato, riguarda l’uso di un internet cafè da parte dell’agenzia britannica, che sarebbe stata “capace di estrarre informazioni chiave di log in”. A questo proposito non ci sono altri dettagli, ma il riferimento alle informazioni chiave suggerisce che sui computer del caffè siano stati preinstallati software maligni disegnati per spiare, rubare password e intercettare e-mail.
IL G8 IN IRLANDA DEL NORD: SUL TAVOLO SIRIA ED ECONOMIA. Al summit che si apre oggi in Irlanda del Nord tema dominante sarà la Siria. Il vertice sarà infatti preceduto da un bilaterale fra Barack Obama e Vladimir Putin, che giunge pochi giorni dopo la notizia dell’ok di Washington ad armare i ribelli. Altro argomento chiave sarà il lavoro. Su questo ha scelto di puntare il premier Enrico Letta, che vorrebbe impegni unitari contro la disoccupazione giovanile. Il primo ministro britannico David Cameron, invece, porrà soprattutto l’accento sulla necessità della lotta a evasione ed elusione fiscale.
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