Gerusalemme, 30 giu. (LaPresse/AP) – Prosegue la spola del segretario di Stato americano John Kerry in Medioriente per provare a fare ripartire i colloqui di pace fra israeliani e palestinesi, che si sono interrotti nel 2008. Kerry è volato oggi da Gerusalemme a Ramallah, in Cisgiordania, per incontrare per la terza volta in tre giorni il presidente palestinese Mahmoud Abbas. Potrebbe trattarsi di un’indicazione che, secondo il capo della diplomazia Usa, ci siano speranze di portare le due parti al tavolo dei negoziati, ma finora nessuno si è pronunciato in merito.

TERZO INCONTRO CON ABBAS IN TRE GIORNI. Per Kerry è il quarto giorno di viaggio in Medioriente, dove si è mosso fra Gerusalemme, Giordania e Cisgiordania. A Gerusalemme ha incontrato funzionari israeliani, in Giordania invece Abbas. In totale ha visto tre volte il premier israeliano Benjamin Netanyahu e, con il meeting di oggi a Ramallah, tre volte Abbas.

MARATONA DI INCONTRI DA GIOVEDI’. La spola di Kerry è cominciata giovedì, con una cena con il premier israeliano Benjamin Netanyahu a Gerusalemme durata quattro ore. Venerdì ha incontrato Abbas per un pranzo di oltre due ore ad Amman a casa dell’ambasciatore palestinese in Giordania. Kerry è poi tornato a Gerusalemme per un nuovo meeting con Netanyahu e una cena con il presidente israeliano Shimon Peres. Ieri mattina, a bordo di un elicottero, è volato nuovamente ad Amman per il secondo faccia a faccia con Abbas, stavolta nella casa dello stesso presidente palestinese, e in serata è rientrato a Gerusalemme per un incontro fiume di sei ore in una suite di hotel con Netanyahu, con il capo negoziatore israeliano nei colloqui con i palestinesi Tzipi Livni, e con Isaac Molho, un inviato del premier. Dopo il lungo confronto, terminato intorno alle tre di notte, Kerry ha fatto una passeggiata per Gerusalemme con alcuni alti consiglieri.

NON SONO COLLOQUI DI ROUTINE. In totale dunque tre incontri con Netanyahu e, con quello atteso per oggi a Ramallah, tre anche con Abbas. E tutti meeting molto lunghi, elemento questo che lascia intendere che si tratta di qualcosa di più che i normali colloqui di routine. Inoltre fa ben sperare anche la presenza di funzionari militari ed esperti legali che hanno accompagnato Netayahu al meeting, cosa insolita che potrebbe indicare il passaggio delle discussioni a un livello più dettagliato. Se il premier israeliano e il leader palestinese sono stati disponibili a così tanti incontri in pochi giorni, sostengono alcuni, potrebbe significare che sono almeno interessati a provare a trovare un modo per tornare al tavolo dei negoziati.

SCETTICISMO SU RIPRESA COLLOQUI DI PACE. Prevale comunque lo scetticismo sulla possibilità che le parti possano accordarsi per una soluzione a due Stati, dal momento che che viene esclusa da anni da presidenti e diplomatici. In passato Abbas aveva detto che non avrebbe trattato, a meno che Israele non avesse fermato la costruzione di insediamenti e avesse accettato i confini precedenti alla guerra del 1967, cioè prima della cattura di Cisgiordania, Striscia di Gaza e Gerusalemme est, che i palestinesi vogliono come territorio del loro futuro Stato.

Un ministro del governo Netanyahu, Gilad Erdan, rispondendo sulla tv Channel 2 a chi gli chiedeva se le parti fossero vicine alla ripresa dei negoziati ha detto: “Purtroppo finora no”.

Niente ottimismo neppure da parte palestinese. Azzam al-Ahmad, funzionario del movimento al-Fatah a cui appartiene anche Abbas, in un’intervista di stamattina alla radio Voice of Palestine dice che non sono stati fatti progressi in merito alle tre richieste dei palestinesi di: congelare gli insediamenti nei territori occupati, riconoscere i confini precedenti alla guerra del 1967 e rilasciare prigionieri pre-Oslo, cioè quelli incarcerati prima degli accordi di Oslo. “Kerry sta facendo del suo meglio e apprezziamo questi sforzi, ma finora non ha portato nulla di nuovo dagli israeliani per le richieste palestinesi”, ha detto Al-Ahmad. “Il presidente Abbas ha detto a Kerry che vuole che continui i suoi sforzi ma non possiamo aspettare per sempre”, ha concluso.

DOMANI KERRY RIPARTE PER IL BRUNEI. Intanto domani Kerry è atteso in Brunei, dove parteciperà fino a martedì a una conferenza sulla sicurezza. A margine di questo incontro internazionale dovrebbe avere un bilaterale con il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, durante il quale i due parleranno molto probabilmente del caso di Edward Snowden, la talpa che ha rivelato i programmi di sorveglianza dell’Nsa. Atteso anche un trilaterale fra Kerry e funzionari di Giappone e Corea del Sud, tra i cui argomenti dovrebbero esserci probabilmente le ambizioni nucleari della Corea del Nord.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata