Il Cairo (Egitto), 4 lug. (LaPresse/AP) – Dopo una notte passata nel limbo politico, in seguito alla destituzione di Mohammed Morsi per mano dei militari, l’Egitto ha un nuovo presidente ad interim. E’ Adly Mansour, capo della Corte suprema costituzionale, che ha giurato questa mattina. Se per le strade del Cairo milioni di oppositori di Morsi hanno festeggiato, in altre parti del Paese almeno nove persone sono morte negli scontri con le forze di sicurezza. Intanto, è in corso un giro di vite nei confronti dei vertici dei Fratelli musulmani, di cui è stato arrestato il leader supremo Mohammed Badie. Lo stesso ex capo di Stato è agli arresti domiciliari nella struttura della Guardia presidenziale dove è rimasto negli ultimi giorni, al Cairo, così come 12 suoi consiglieri. Fermanti anche Saad el-Katatni, capo del partito Libertà e giustizia, e Rashad Bayoumi, uno dei due vice capi dei Fratelli.

MANSOUR: MANIFESTANTI HANNO UNITO POPOLO. Nel corso del suo giuramento, a cui si è presentato in giacca scura e cravatta blu, Manosur ha lodato l’azione dei manifestanti e le proteste condotte negli ultimi giorni. Questi giovani, ha affermato, incarnano “la coscienza della nazione, le sue ambizioni e le sue speranze”. “La cosa più gloriosa del 30 giugno – ha quindi aggiunto – è che ha messo insieme tutti senza discriminazioni o divisioni. Porgo i miei saluti al popolo rivoluzionario dell’Egitto”. Il nuovo presidente ha quindi detto di attendere con impazienza nuove elezioni, “secondo il volere del popolo”. In merito alle manifestazioni, ha sottolineato che “non si è mai trattato di un movimento che ha cercato di realizzare richieste o interessi particolari”. La rivoluzione, ha aggiunto, deve continuare in modo da fermare la “produzione di tiranni”.

ESERCITO PRENDE IL POTERE. Ieri è stata una giornata di tensione, con la scadenza nel pomeriggio dell’ultimatum imposto dall’esercito al presidente e all’opposizione affinché trovassero una soluzione alla crisi in corso. La svolta è arrivata alle 21, quando il capo delle forze armate Abdel-Fattah el-Sissi è comparso in televisione per annunciare la destituzione di Morsi. El-Sissi ha annunciato anche la sospensione della Costituzione e l’imminente nomina a presidente ad interim del capo della Corte suprema costituzionale Mansour, nominato dall’ex raìs Hosni Mubarak, ma elevato all’incarico di giudice capo da Morsii. Le forze armate hanno promesso a breve la formazione di un governo di tecnici che non escluderà “nessuno o nessun movimento”.

GIRO DI VITE CONTRO FRATELLI MUSULMANI. Intanto però i militari sono intervenuti per prendere in custodia diversi esponenti dei Fratelli musulmani. Secondo quanto riportano funzionari della sicurezza, il leader spirituale Mohammed Badie è stato arrestato nella città di Marsa Matrouh, sulla costa del Mediterraneo, non lontano dal confine con la Libia. Badie si trovava in una villa di proprietà di un uomo d’affari legato ai Fratelli musulmani. Il suo nome era su una lista di oltre 200 funzionari del gruppo islamico ricercati dalle autorità. Assieme al suo vice Khairat el-Shater, per cui è stato emesso un mandato di arresto, è accusato per l’omicidio di otto manifestanti nel corso degli scontri all’esterno della sede dei Fratelli al Cairo. “Non conosco i dettagli. L’esercito non ci sta dando dettagli. Si tratta di un colpo di Stato a tutti gli effetti e sta diventando sanguinario. Stanno arrestando tutti”, aveva dichiarato questa mattina ad Associated Press Gehad al-Haddad, portavoce del gruppo islamico.

OSCURATE TV VICINE A EX PRESIDENTE. I provvedimenti contro il gruppo politico di Morsi hanno colpito anche i mezzi di comunicazione. Se ieri pomeriggio l’esercito ha preso il controllo della tv di Stato, nelle ore successive ha oscurato tutte le televisioni legate ai Fratelli musulmani e ha fatto irruzione nello studio di al-Jazeera Misr Mubasher, arrestando lo staff.

ANCORA MORTI IN SCONTRI. Nella notte si sono inoltre rinnovati i disordini che vanno avanti da giorni. Nove persone hanno perso la vita, portando così ad almeno 48 le vittime da domenica. La polizia ha ucciso a colpi di arma da fuoco sei islamisti che avevano sparato contro la sede della polizia a Marsa Matrouh. I sostenitori di Morsi hanno anche provato ad assaltare una stazione di polizia nella città meridionale di Minya, ma sono stati respinti dalle forze di sicurezza che hanno ucciso tre persone. Altri islamisti hanno distrutto auto e negozi e tirato pietre contro una chiesa nella vicini città di Deir Mawas, mentre la polizia ha risposto con gas lacrimogeni. Scontri tra forze di sicurezza e sostenitori dell’ex presidente si sono avuti anche nella città meridionale di Assiut, roccaforte degli islamisti.

OPPOSITORI: RINNOVATO MESSAGGIO RIVOLUZIONE. Soddisfatta per ora l’opposizione. Ci auguriamo, ha detto il leader riformista Mohamed ElBaradei, che il piano militare “sia l’inizio di un nuovo lancio per la rivoluzione del 25 gennaio quando il popolo diede quanto aveva di più caro per ripristinare la libertà, la dignità e la giustizia sociale per tutti gli egiziani”. I manifestanti, ha invece commentato Mahmoud Badr, portavoce di Tamarod, gruppo giovanile che rappresenta gran parte delle persone scese in piazza contro Morsi, sono riusciti a “rimettere sulla giusta strada la rivoluzione”. “Facciamo iniziare una nuova pagina basata sulla partecipazione”, ha scritto sul proprio profilo Twitter, aggiungendo: “La nostra mano è tesa verso tutti”.

TURCHIA: INACCETTABILE ROVESCIAMENTO MORSI. E mentre da tutto il mondo si susseguono gli appelli affinché venga presto ripristinato l’ordine democratico, arriva duro il commento della Turchia, che si scaglia contro il golpe. Il rovesciamento di Morsi, ha affermato il ministro degli Esteri Ahmet Davutoglu, è “inaccettabile” ed “estremamente preoccupante”, e il presidente eletto deve subito essere rilasciato dagli arresti domiciliari. I leader eletti democraticamente, ha quindi aggiunto il ministro, possono essere destituiti solo attraverso le elezioni, mentre Morsi è stato rovesciato con mezzi illegittimi. In precedenza la commissione parlamentare turca sui diritti umani ha a sua volta denunciato la destituzione di Morsi, mentre piccole proteste si sono tenute ad Ankara e Istanbul.

TUNISIA, ENNAHDA CONDANNA. Il partito Ennahda ha condannato la destituzione del presidente egiziano Mohammed Morsi, definendola “un vero e proprio golpe”. Il comunicato del leader di Ennahda, Rachid Ghannouchi, condanna l’arresto dei leader del partito egiziano Libertà e giustizia, braccio politico dei Fratelli musulmani, e la chiusura dei suoi organi di stampa.

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