Il Cairo (Egitto), 5 lug. (LaPresse) – Tornano a infiammarsi le piazze in Egitto. A due giorni dalla destituzione di Mohammed Morsi da parte dell’esercito, decine di migliaia di sostenitori dell’ex presidente sono scese in strada rispondendo all’appello dei Fratelli musulmani, che hanno proclamato per oggi il ‘venerdì del rifiuto’. Scontri si sono verificati sia al Cairo, che in altre città come Alessandria, Beheira, Minya, Giza e altri centri nel sud del Paese. In questi momenti nella capitale sono in corso scontri fra pro e contro Morsi nei pressi di piazza Tahrir e della sede della tv di Stato. L’ultimo bilancio degli scontri fornito dal ministero della Salute è di 10 morti e 210 feriti. Dei morti, cinque sono stati registrati al Cairo, quattro nella città di El-Arish nel Sinai e la decima persona è stata uccisa nella città meridionale di Assiut. Al Cairo è riapparso in pubblico il leader supremo della Fratellanza, Mohammed Badie, del quale ieri l’esercito aveva annunciato l’arresto. Intanto il presidente ad interim Adly Mansour ha sciolto il Parlamento. Considerata la situazione, la Farnesina ha diffuso un avviso nel quale sconsiglia i viaggi nelle località del Cairo, Alessandria, Suez, Ismailia, Port Said e in quelle del delta del Nilo.

AL CAIRO L’ESERCITO SPARA. Alcune delle vittime registrate al Cairo sono morte in una sparatoria scoppiata davanti alla sede della Guardia repubblicana. I manifestanti islamisti hanno marciato in direzione dell’edificio chiedendo di riportare al potere Mohammed Morsi. E’ in questo edificio che Morsi si trovava quando è stato deposto, prima di essere portato in custodia militare in un luogo ancora ignoto. Sul posto era presente un fotografo di Associated Press, che ha spiegato la dinamica dei fatti: dopo che la folla si è avvicinata alla recinzione di filo spinato, a un certo punto uno dei sostenitori di Morsi ha appeso alla barriera un cartello che ritraeva l’ex presidente, i soldati lo hanno tolto e hanno intimato alla folla di stare indietro. A quel punto un altro dimostrante ha appeso un secondo cartello e i militari hanno aperto il fuoco sul corteo. Diversi manifestanti sono caduti a terra insanguinati e uno, apparso subito in condizioni gravi perché colpito alla testa, è stato dichiarato morto. Secondo altre agenzie di stampa, in questa sparatoria i morti sarebbero tre.

FERITO ANCHE GIORNALISTA BBC. Tra i feriti al Cairo c’è anche il direttore di Bbc Middle East, Jeremy Bowen, che è stato raggiunto da colpi di fucile a pallini alla testa mentre stava seguendo gli scontri. “Sto bene” scrive sul suo profilo Twitter il giornalista, ringraziando per i messaggi ricevuti.

RICOMPARE LA GUIDA DELLA FRATELLANZA. Nel pomeriggio al Cairo è ricomparsa intanto la guida generale dei Fratelli musulmani, Mohammed Badie, che ha arringato la folla di sostenitori di Morsi davanti alla moschea Rabia al-Adawiya. E’ giallo sulle sue sorti perché non è chiaro se sia stato arrestato e poi liberato o se in realtà non sia mai stato arrestato. Ieri l’esercito aveva diffuso la notizia del suo arresto e oggi, poco prima che comparisse sul palco, il partito politico della Fratellanza aveva annunciato il suo rilascio con un post su Facebook. Durante il suo intervento, però, Badie ha sostenuto di non essere mai stato in custodia. Parlando alla folla, Badie ha promesso di porre fine al governo militare, affermando che Morsi è l’unico presidente.

Gli egiziani non accetteranno “il governo militare” per un altro giorno, ha detto Badie. Poi rivolgendosi all’esercito ha detto: “Il vostro leader è Morsi”, e ha chiesto ai militari di rispettare la promessa di lealtà al presidente, richiamando “l’onore dell’esercito”. Ha chiesto inoltre alle forze armate di non sparare contro il popolo. “Tornate al popolo dell’Egitto”, ha affermato rivolgendosi ai soldati mentre un elicottero militare sorvolava la zona. “I vostri proiettili non vanno sparati sui vostri figli e la vostra stessa gente, siete migliori di così”, ha proseguito. L’intervento è sembrato mirato non solo a infiammare i sostenitori di Morsi, ma anche a ottenere appoggio tra le fila dell’esercito contro il generale Abdel-Fattah el-Sissi, il ministro della Difesa che ha annunciato mercoledì sera la destituzione di Morsi dalla presidenza.

SPARI E SASSAIOLE SU PONTE SUL NILO VICINO TAHRIR. Subito dopo l’intervento di Badie, decine di migliaia di sostenitori di Morsi al Cairo si sono riversati dalla moschea di Rabia al-Adawiya su un ponte che porta al di là del Nilo, in direzione della tv di Stato e piazza Tahrir, dove sono raccolte centinaia di migliaia di persone che festeggiano per la destituzione di Morsi. Un testimone ha riferito di lanci di sassi e sassaiole fra le due parti.

MANSOUR SCIOGLIE PARLAMENTO. La tv di Stato egiziana ha annunciato intanto che il presidente ad interim, Adly Mansour, ha sciolto la Camera alta del Parlamento, dominata dagli islamisti alleati di Mohammed Morsi. Si tratta del Consiglio della Shura, che normalmente ha pochi poteri e non legifera ma sotto la presidente di Morsi ha assunto poteri legislativi dopo che la Camera bassa era stata sciolta per ordine di una Corte. Morsi è stato destituito mercoledì sera dall’esercito, che ha anche sospeso la Costituzione. Adly Mansour, fino a quel momento presidente della Corte costituzionale, ha giurato ieri come presidente ad interim. La tv di Stato non ha fornito altri dettagli sullo scioglimento del Parlamento. Il presidente ad interim Mansour ha anche nominato il capo dell’intelligence, Rafaat Shehata, come suo consigliere per la sicurezza.

SCONTRI IN ALTRE CITTA’. Oltre che al Cairo, scontri si sono verificati anche in altre città nel sud dell’Egitto, lungo il canale di Suez e nella regione del Delta del Nilo, dove i sostenitori di Morsi hanno marciato su alcune sedi dei governi locali. Nel sud del Paese si sono verificati inoltre attacchi contro i cristiani: alcuni islamisti hanno attaccato la chiesa principale di Qena e nella città di Dabaiya, vicino Luxor, una folla di persone ha dato fuoco a diverse case di cristiani, spingendo decine di civili a cercare rifugio presso una stazione di polizia. Secondo alcuni sostenitori di Morsi, la destituzione del presidente dei Fratelli musulmani sarebbe stata opera della minoranza cristiana.

FARNESINA: EVITARE CAIRO, ALESSANDRIA E NORD SINAI. La Farnesina ha diffuso un avviso di viaggio nel quale sconsiglia di recarsi nelle località del Cairo, Alessandria, Suez, Ismailia, Port Said e in quelle del delta del Nilo. “Estrema cautela va esercitata a maggior ragione anche nel Nord Sinai, dove si è registrato negli ultimi mesi un sensibile peggioramento del quadro di sicurezza. Viaggi e spostamenti in questa regione vanno evitati”, prosegue il ministero degli Esteri. E poi aggiunge: “Nei principali centri di attrazione turistica, e in particolare nei resort, sia sul Mar Rosso (Sharm El Sheikh, Marsa Alam, Hurgada), sia in Alto Egitto (Luxor, Assuan), la situazione non presenta al momento elementi di criticità tali da sconsigliare soggiorni. Si suggerisce comunque di evitare escursioni fuori dalle installazioni turistiche e in particolare nelle città. Nella Costa Nord (in particolare a Marsa Mathrou), come conseguenza della fluida situazione attuale, si sono verificati episodici scontri tra opposte fazioni politiche che non hanno tuttavia riguardato le zone dove sono presenti i resorts turistici”.

FITCH TAGLIA RATING. L’instabilità politica ha anche una ricaduta economica. In serata l’agenzia Fitch ha declassato il rating dell’Egitto dopo la destituzione di Morsi da parte dell’esercito, affermando che la situazione politica potrebbe peggiorare e danneggiare ulteriormente l’economia del Paese e rendendo più difficile l’applicazione delle riforme necessarie ad assicurarsi l’assistenza del Fondo monetario internazionale. Fitch ha abbassato il ‘issuer default ratings’ e il ‘Country ceiling rating’ da B a B-. L’outlook di Fitch sul Paese è negativo, il che significa che sono possibili ulteriori declassamenti.

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