San Francisco (California, Usa), 8 lug. (LaPresse/AP) – Il pilota che era ai comandi sul Boeing 777 di Asiana Airlines che si è schiantato sabato a San Francisco, Lee Gang-guk, atterrava per la prima volta in quell’aeroporto con questo tipo di aereo. È quanto ha riferito una portavoce della compagnia aerea con base a Seul, Lee Hyomin, spiegando che il pilota era in formazione su quel volo. A due giorni dallo schianto, in cui sono morte due adolescenti cinesi e 182 persone sono rimaste ferite, emergono gradualmente nuovi dettagli, anche se le cause dell’incidente sono ancora ignote. Dalle registrazioni in cabina di pilotaggio è emerso per esempio che l’aereo in fase di arrivo era troppo lento e che, accortisi della cosa, i piloti hanno provato a interrompere l’atterraggio e riprendere quota, ma senza successo. Intanto viene fuori che una delle 16enni morte potrebbe essere deceduta perché investita da uno dei veicoli di soccorso.
PILOTA INESPERTO PER BOEING 777. Il pilota aveva alle spalle circa 10mila ore di volo su altri aerei, ma solo 43 su Boeing 777. A bordo dell’aereo si trovava anche un altro pilota, Lee Jeong-min, con più esperienza con quel tipo di aereo e che aveva il compito di supervisionare Lee Gang-guk nella formazione: aveva infatti alle spalle 12.390 ore di volo, di cui 3.220 sui 777, stando a quanto riferisce il ministero sudcoreano dei Trasporti. Gli inquirenti stanno provando a determinare se le cause dell’incidente possano essere rintracciate in un errore del pilota, problemi meccanici o altri elementi e valuteranno naturalmente anche l’eventuale ruolo dell’inesperienza del pilota. Stanno inoltre verificando anche se possa avere avuto un ruolo il fatto che uno degli strumenti usati per aiutare i piloti nell’atterraggio, il cosiddetto glide slope che è situato a terra, a San Francisco era fuori servizio da giugno.
VELOCITA’ TROPPO BASSA IN ATTERRGGIO. Nuovi dettagli sull’incidente sono emersi intanto ieri sera. Deborah Hersman, a capo del National Transportation Safety Board (Ntsb) che si occupa delle indagini federali sul caso, ha spiegato in conferenza stampa che l’aereo stava volando troppo lentamente e che i piloti hanno provato a interrompere l’atterraggio accelerando e tentando di riprendere quota pochi istanti prima dello schianto. Secondo la ricostruzione emersa dalle registrazioni in cabina di pilotaggio, riportate da Hersman, nell’ultima fase di avvicinamento all’aeroporto di San Francisco l’aereo ricevette un avvertimento che rischiava di spegnersi perché viaggiava ben al di sotto del target di velocità previsto per gli atterraggi, che è di 137 nodi all’ora, pari a circa 252 chilometri orari. “Non stiamo parlando di pochi nodi di differenza”, ha detto la presidente del Ntsb. I piloti hanno lottato per evitare lo schianto, ha raccontato Hersman, spiegando che sette secondi prima dell’impatto hanno riconosciuto la necessità di accelerare; circa tre secondi dopo si è spento il cosiddetto stick shaker, cioè lo strumento di bordo che serve ad avvertire i piloti di uno stallo imminente. A quel punto c’è stato un aumento di velocità e i motori hanno risposto bene, ma 1,5 secondi prima dello schianto c’è stata una chiamata da parte dell’equipaggio per provare a fermare l’atterraggio.
I dettagli confermano quanto visto e raccontato dai sopravvissuti e altri testimoni, cioè che l’aereo sembrava procedere troppo lentamente poco prima che la coda sembrasse urtare un argine situato alla fine della pista e infine schiantarsi. La domanda alla quale ora si cercherà di dare una risposta è come mai il velivolo viaggiasse in fase di atterraggio a una velocità così bassa.
UNA DELLE VITTIME FORSE INVESTITA DA SOCCORRITORI. Si profila intanto un’ipotesi sulla morte di una delle vittime. Una delle due 16enni cinesi morte nell’incidente, infatti, stando alle informazioni dei vigili del fuoco di San Francisco potrebbe essere deceduta perché investita da uno dei veicoli di soccorso giunti sul posto poco dopo l’impatto. Ad annunciarlo è stato il medico legale della contea di San Mateo, Robert Foucrault, spiegando che verrà completata entro oggi un’autopsia per accertare le cause della morte.
CHI C’ERA SULL’AEREO. A bordo dell’aereo si trovavano in totale 307 persone, cioè 291 passeggeri e 16 membri dell’equipaggio, di cui quattro piloti. I piloti erano in attività a turno a due a due, ha fatto sapere il ministero dei Trasporti di Seul, precisando che al momento dell’incidente il velivolo era pilotato da Lee Jeong-min e Lee Gang-guk. Trenta dei passeggeri erano bambini. Il governo sudcoreano ha fornito le nazionalità di provenienza dei passeggeri: 141 dalla Cina, 77 dalla Corea del Sud, 61 dagli Stati Uniti, tre dal Canada, tre dall’India, uno dal Giappone, uno dal Vietnam e uno dalla Francia, mentre restano ignote le nazionalità dei restanti tre passeggeri. Dei 141 cinesi a bordo, almeno 70 erano studenti e insegnanti cinesi, che si stavano recando in campi estivi.
I PRECEDENTI. Il peggiore incidente che in passato aveva coinvolto un Boeing 777 era quello avvenuto il 17 gennaio del 2008 all’aeroporto Heathrow di Londra, dove un volo di British Airways fece un brusco atterraggio e finì fuori pista. In quel caso non ci furono morti, ma si registrarono 47 feriti. L’ultimo grande incidente di un aereo passeggeri negli Stati Uniti risale invece al 2001, quando un Airbus A300 di American Airlines si schiantò in fase di decollo dall’aeroporto Jfk di New York. Da allora si sono verificati incidenti di aerei più piccoli, l’ultimo dei quali il 12 febbraio 2009 quando un volo Continental Express operato da Colgan Air si schiantò su una casa vicino Buffalo e morirono 49 persone a bordo e un uomo che si trovava nell’abitazione.
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