Il Cairo (Egitto), 13 lug. (LaPresse/AP) – In Egitto sono state presentate diverse accuse a carico del presidente deposto Mohammed Morsi e di alcuni membri dei Fratelli musulmani, fra cui la guida suprema Mohamed Badie. Lo riferisce il portavoce della procura, Adel Said. Tra le accuse rivolte a Morsi ci sono quelle di spionaggio, uccisione di manifestanti, incitamento alla violenza contro di loro, possesso di armi, collaborazione con organismi stranieri contro gli interessi nazionali, assalti alle caserme dell’esercito e danneggiamento dell’economia. Tra gli altri denunciati ci sono: l’ex guida suprema della Fratellanza, Mahdy Akef; il vice direttore del Partito libertà e giustizia, Essam El-Erian; e membri di spicco del gruppo islamico, come Safwat Hegazy, Mohamed El-Beltagy e Mahmoud Ghozla.

Sia Morsi che 30 altri leader dei Fratelli musulmani stanno già affrontando un processo con l’accusa di essere evasi dalla prigione con l’aiuto di militanti di Hamas durante la rivolta del 2011 contro Hosni Mubarak. Non è chiaro chi abbia presentato le accuse a carico di Morsi e degli altri membri dei Fratelli musulmani. Al vaglio della procura ci sono quotidianamente numerose denunce e molte possono non risultare nella formulazione di accuse davanti a una Corte.

Morsi è stato destituito lo scorso 3 luglio dal comandante delle forze armate, il generale Abdel-Fattah El-Sisi, dopo che milioni di persone sono scese in strada chiedendo di indire elezioni presidenziali anticipate. Il capo della Corte costituzionale, Adly Mansour, è stato nominato presidente ad interim per ricoprire l’incarico fino a nuove elezioni. Da allora sostenitori e oppositori di Morsi sono scesi in piazza a migliaia e si sono anche verificate violenze.

Con un post pubblicato oggi su Facebook, uno dei leader dei Fratelli musulmani, Essam el-Arian, ha invitato i sostenitori del presidente egiziano deposto Mohammed Morsi a tornare in piazza lunedì. Dal giorno della destituzione di Morsi la Fratellanza è rimasta ferma nella sua opposizione alla nuova leadership politica nominata dall’esercito, dicendo che continuerà a protestare finché le forze armate non riporteranno al potere Morsi e non ripristineranno la Costituzione di stampo islamico, che è stata sospesa subito dopo la destituzione del presidente. Da ormai due settimane i pro Morsi protestano con sit-in davanti alla moschea di Rabaah al-Adawiya, nella zona est del Cairo, mentre gli oppositori hanno continuato a manifestare nella zona di piazza Tahrir. Davanti alla moschea i dimostranti hanno piantato tende e cominciato ad allestire un presidio permanente, costruendo bagni. I militari restano a circa un chilometro di distanza per controllare evitando confronti diretti. Le violenze di strada sono diminuite notevolmente da quando lunedì scorso sono scoppiati scontri fra esercito e sostenitori di Morsi davanti al quartier generale della Guardia repubblicana al Cairo e oltre 50 pro Morsi sono morti. I Fratelli musulmani accusano i soldati di avere aperto il fuoco sui manifestanti, mentre l’esercito sostiene che siano stati i dimostranti a provocare le violenze.

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