Il Cairo (Egitto), 16 lug. (LaPresse/AP) – Egitto ancora in fiamme. Almeno sette persone sono morte e altre 261 sono rimaste ferite negli scontri avvenuti nella notte al Cairo tra i sostenitori del presidente deposto Mohammed Morsi e la polizia. Lo rende noto Khaled el-Khateib, funzionario del ministero della Salute. Da quanto ripota l’agenzia di stampa statale Mena, 401 prsone sono state arrestate e anche 17 poliziotti sono rimasti feriti. Le violenze sono scoppiate nella notte e sono proseguite fino alle prime ore della mattina in diverse zone della capitale.

Alle manifestazioni hanno preso parte migliaia di sostenitori di Morsi, i quali chiedono che venga rimesso al suo incarico di presidente. Il capo di Stato vicino ai Fratelli musulmani è stato destituito il 3 luglio da un colpo di Stato militare, dopo giorni di proteste di piazza. Migliaia di persone stanno continuando a tenere sit-in in due punti del Cairo, fuori dal principale campus dell’Università della capitale e fuori dalla moschea di Rabaa al-Adawiya, nell’est della città, roccaforte dei Fratelli musulmani. Solo una settimana fa, un duro intervento delle forze di sicurezza contro una protesta all’esterno dell’edificio della Guardia repubblicana, aveva provocato oltre 50 vittime tra i sostenitori dell’ex presidente.

Non sono chiare le circostanze dei decessi della scorsa notte, ma funzionari della sicurezza rimasti anonimi spiegano che quattro persone sono rimaste uccise negli scontri tra i sostenitori di Morsi che partecipavano al sit-in vicino al principale campus universitario del Cairo e i residenti dell’area. Nel corso delle manifestazioni, i dimostranti hanno tirato pietre e molotov contro la polizia. Gli agenti hanno risposto con gas lacrimogeni. Ma i Fratelli musulmani denunciano anche l’utilizzo di fucili a pallini e proiettili veri.

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