Gerusalemme, 22 lug. (LaPresse/AP) – In caso di accordo di pace con l’Anp sarà necessario tenere un referendum in Israele. Lo ha detto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, spiegando che presto presenterà una proposta in merito al suo Gabinetto e quindi al Parlamento. Una consultazione di questo tipo tra la popolazione israeliana, ha detto in annuncio trasmesso in televisione, è necessaria per evitare una spaccatura nella società e “ogni accordo che non è approvato dalla popolazione non è degno di essere firmato”. Una questione così importante come un accordo di pace, ha poi sottolineato, “è auspicabile che venga presentata a ogni singolo cittadino” per essere valutata.
Secondo i sondaggi, la maggioranza di israeliani sostiene la nascita di uno Stato palestinese al fianco di Israele. Ma molti si oppongono a questa ipotesi con forza. Divisi anche i politici. I due principali alleati di governo di Netanyhau, il partito Focolare ebraico, filo-coloni, e il centrista Yesh Atid, si sono detti favorevoli alla consultazione popolare. Tuttavia il capo negoziatore con i palestinesi, la ministra della Giustizia Tzipi Livni, ha fatto sapere di essere contraria all’idea sostenendo che una decisione simile debba essere lasciata ai leader democraticamente eletti.
Sempre oggi anche il presidente palestinese Mahmoud Abbas ha ribadito, come già detto in passato, di avere in programma un referendum sull’eventuale accordo di pace. Tre giorni fa, dopo un nuovo viaggio in Medioriente, il segretario di Stato Usa John Kerry ha fatto sapere che sono stati fatti progressi verso una ripresa del dialogo di pace e ha invitato i negoziatori a Washington per colloqui preliminari nei prossimi giorni o settimane.
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