Washington (Usa), 4 ago. (LaPresse/AP) – Diciannove ambasciate degli Usa in Medioriente e Africa rimarranno chiuse fino a sabato. A darne notizia è la portavoce del dipartimento di Stato, Jen Psaki, spiegando che la decisione di allungare la chiusura delle sedi diplomatiche è stata presa in “abbondanza di cautela” e non rappresenta “un’indicazione di una nuova minaccia”. Tra gli altri Paesi, il provvedimento riguarda Egitto, Giordania, Libia, Arabia Saudita e Kuwait. L’amministrazione Obama ha annunciato venerdì che le ambasciate sarebbero rimaste chiuse nel fine settimana, mentre il dipartimento di Stato a emesso l’allerta viaggi globale, avvertendo che al-Qaeda o suoi alleati potrebbero prendere di mira obiettivi del governo Usa o interessi privati americani.
Ieri i massimi funzionari statunitensi si sono riuniti per discutere la minaccia. Il presidente Barack Obama, che oggi compie 52 anni, è stato informato a seguito dell’incontro dalla consigliera per la Sicurezza nazionale Susan Rice e dalla sua assistente per la Sicurezza interna e l’antiterrorismo Lisa Monaco. “Il presidente ha ricevuto frequenti aggiornamenti nell’ultima settimana su tutti gli aspetti della potenziale minaccia e le nostre misure di preparazione”, fa sapere la Casa Bianca. All’incontro erano presenti i segretari di Stato, Difesa, Sicurezza interna, i vertici di Fbi, Cia e National Security Agency, il capo di Stato maggiore.
Intanto emergono dettagli sulla potenziale minaccia. Citando fonti di intelligence basate su un informatore attendibile, l’emittente statunitense Cbs ha fatto sapere che il piano per compiere un attacco terroristico è in atto e i militanti selezionati per agire sarebbero già sul posto. I timori maggiori sono legati allo Yemen, base di al-Qaeda nella penisola araba. Nessuna indicazione dalle autorità statunitensi su quando l’attentato potrebbe essere compiuto e sul possibile obiettivo.
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