Washington (Usa), 9 ago. (LaPresse) – “Non basta per me da presidente cancellare i programmi di controllo. Bisogna recuperare la fiducia degli americani”. Con queste parole, il presidente Barack Obama, nell’ultima conferenza stampa prima delle ferie estive che lo porteranno nove giorni a Martha’s Vineyard, isola del Massachusetts, ha annunciato una serie di interventi sui contestati programmi di sorveglianza della National Security Agency. Gli stessi programmi emersi grazie alle rivelazioni dell’ex contractor dell’agenzia, Edward Snowden. Ma nel corso del lungo intervento Obama ha potuto concentrarsi anche sul difficile rapporto con la Russia di Vladimir Putin, tornata a suo avviso a un “clima di guerra fredda”, e sulla vicenda terrorismo che negli scorsi giorni ha portato alla chiusura di varie sedi diplomatiche americane nel mondo islamico.
SERVE PIU’ TRASPARENZA. Ai programmi di sorveglianza, ha promesso Obama, saranno apportate “appropriate riforme”. Modifiche che lo stesso presidente ha spiegato che avrebbe voluto fare ben prima che Snowden rendesse pubbliche al mondo le controverse pratiche governative. In particolare, il capo di Stato ha citato quattro punti: “riforme adeguate al Patriot Act”, un “miglioramento della fiducia del popolo per quanto riguarda le attività condotte dall’Nsa”, per garantire al tempo stesso “libertà, sicurezza e privacy”, mentre in passato è stata data “troppa attenzione alla sicurezza a discapito della libertà”; maggiore trasparenza, per cui, ha affermato Obama, “ho chiesto alla comunità di intelligence di rendere pubbliche più informazioni possibili”; e infine la formazione di una task-force “per rivedere la nostra strategia di intelligence”.
SNOWDEN NON E’ UN PATRIOTA. Poche parole dedicate anche al protagonista dello scandalo Nsa, quell’Edward Snowden che proprio pochi giorni fa ha ricevuto asilo temporaneo in Russia. Snowden, ha affermato Obama, “non è un patriota”, anzi è accusato di tre crimini. Il 30enne, ha aggiunto il presidente, deve tornare in Usa e non deve preoccuparsi, “può farsi difendere da un avvocato di fronte a un giudice”.
CON PUTIN TORNATA RETORICA ANTI-USA. Buona parte dell’intervento è stata dedicata ai difficili rapporti con Mosca. Con il ritorno alla presidenza di Vladimir Putin, ha detto Obama rispondendo all’inevitabile domanda dei giornalisti in sala, “è tornata la retorica anti-americana” in clima da “guerra fredda”. “A Putin chiedo di guardare avanti e non indietro, al passato”. Con la Russia, ha spiegato ancora il numero uno della Casa Bianca, ci sono “divergenze crescenti sulla Siria, sui diritti umani”, ed è “appropriato fermarci e rivalutare la posizione della Russia”, pensare ai “nostri interessi”. Proprio oggi a Washington si è tenuto un vertice a quattro tra il segretario di Stato Usa John Kerry, il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov e i ministri della Difesa dei due Paesi, Chuck Hagel e Sergey Shoygu. Questa sera, Obama ha sottolineato tuttavia che il futuro delle relazioni tra Washington e Mosca dipenderà “da dove vogliono andare Putin e la Russia” ma, ha aggiunto, “se le questioni saranno viste come una contrapposizione continua o se continuiamo a punzecchiarci, non avanzeremo nei rapporti”.
NO A BOICOTTAGGIO SOCHI, BELLO SE GAY VINCESSERO MEDAGLIA. La conferenza stampa è stata anche occasione per punzecchiare il governo Putin su un tema che a Obama sta molto a cuore, ossia i diritti delle persone omosessuali. In Russia è stata approvata una legge contro la cosiddetta “propaganda gay” e molti temono che possa creare problemi agli sportivi o agli spettatori che parteciperanno ai prossimi Giochi olimpici invernali di Sochi, che si terranno a febbraio. Sarebbe bello “vedere atleti gay vincere delle medaglie a Sochi”, ha detto Obama che tuttavia ha dato un secco no all’ipotesi boicottaggio, a suo avviso non appropriato.
AL-QAEDA ANCORA UNA MINACCIA. Obama si è quindi concentrato sul tema che ha tenuto sull’attenti il mondo intero negli ultimi giorni, ossia le nuove minacce terroristiche che hanno portato alla chiusura si sedi diplomatiche in tutto il pianeta. “Al-Qaeda e altri gruppi terroristici – ha detto – si sono de-statalizzati in gruppi regionali”. A maggio “avevo detto che è diminuita la probabilità di attacchi sul nostro territorio”, ma queste reti hanno comunque “il potenziale di destabilizzare e avere un effetto distruttivo in Paesi dove i meccanismi di sicurezza sono deboli”. No comment però sul massiccio aumento di attacchi di droni Usa in Yemen che, secondo un conteggio di Associated Press, dal 27 luglio hanno già causato la morte di 34 sospetti militanti. “Non parlerò di aspetti operativi”, ha sottolineato il presidente che poi ha aggiunto: “È coerente dire che questa organizzazione (al-Qaeda, ndr), prima centralizzata” si è spezzettata e questo ha “diminuito la sua capacità operativa”, tuttavia “ci sono ancora cellule regionali, come al-Qaeda nella penisola Araba”.