Il Cairo (Egitto), 15 ago. (LaPresse/AP) – Il ministero dell’Interno egiziano ha autorizzato la polizia all’uso letale della forza, quindi anche a sparare, per proteggere agenti e istituzioni chiave dagli attacchi. Lo riferisce lo stesso ministero in una nota, spiegando che l’adozione delle nuove misure giunge dopo che alcuni sostenitori del presidente deposto Mohammed Morsi hanno dato fuoco a due sedi del governo nella città di Giza, dove si trovano le note piramidi. Il governo egiziano ha anche promesso di reagire ad “azioni terroristiche e sabotaggi” presumibilmente portati a termine dai Fratelli musulmani.
Ieri la presidenza ha dichiarato lo stato d’emergenza in tutto il Paese per un mese il governo ha imposto un coprifuoco dalle 19 alle 6, sempre per un mese, dopo la violenta repressione dei sit-in pro Morsi e delle successive proteste con scontri scoppiate in tutto il Paese. L’ultimo bilancio ufficiale diffuso dal ministero della Sanità è di 525 morti e 3.717 feriti. I Fratelli musulmani parlano invece di migliaia di morti.
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