Il Cairo (Egitto), 15 ago. (LaPresse/AP) – Nuove violenze in Egitto. Secondo la televisione di Stato i sostenitori dell’ex presidente Mohammed Morsi hanno assalito il palazzo del governatorato locale a Giza, dandogli fuoco. Oggi i Fratelli musulmani avevano convocato nuove proteste, alimentando i timori di possibili nuove violenze.

Intanto è salito a 525 morti il bilancio ufficiale delle violenze di ieri in Egitto, fornito dal portavoce del ministero della Salute egiziano Khaled el-Khateeb. Il portavoce ha anche aggiornato il numero dei feriti, portandolo a 3.717 persone. Cifre che continuano a essere diverse da quelle dei Fratelli Musulmani, più alte. In particolare su un profilo twitter attribuito al portavoce dei Fratelli Musulmani, Gehad El-Haddad, si legge oggi che “Il bilancio dei morti è più di 4.500 morti fino ad adesso. Operazioni di calcolo e di identificazione sono in corso in tre moschee, tre ospedali e due obitori”.

LA CONDANNA DI ERDOGAN. Intanto continuano le reazioni alla giornata di ieri, quando dopo i raid simultanei lanciati in mattinata dalle forze di sicurezza per sgomberare i sit-in dei sostenitori di Mohammed Morsi al Cairo, vere e proprie battaglie di strada sono scoppiate per le strade della capitale e in altre città del Paese. Il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan ha chiesto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di incontrarsi urgentemente per discutere della situazione in Egitto. Il leader turco ha anche attaccato le nazioni occidentali e altri Paesi per non essersi pronunciati contro la deposizione dell’ex presidente Mohammed Morsi dello scorso 3 luglio, affermando che hanno “il sangue di bambini innocenti sulle loro mani”.

LA GIORNATA DI IERI. Dopo i raid simultanei lanciati ieri in mattinata dalle forze di sicurezza per sgomberare i sit-in dei sostenitori di Mohammed Morsi al Cairo, vere e proprie battaglie di strada sono scoppiate per le strade della capitale e in altre città del Paese. Vittime anche fra i giornalisti. Tre reporter sono rimasti uccisi: si tratta di un cameraman di Sky News, di una giornalista del gruppo Gulf News e di un reporter del quotidiano di Stato egiziano Al-Akhbar. Numerosi anche i giornalisti feriti, tra cui un fotografo di AP e una fotografa di Reuters. Ieri la presidenza dell’Egitto ha poi dichiarato lo stato di emergenza per un mese e il governo ha imposto, sempre per un mese, il coprifuoco dalle 19 alle 6 di mattina al Cairo e in 10 province. A seguito di questi annunci, nel pomeriggio, il premio Nobel Mohammed ElBaradei si è dimesso da vice presidente.

FARNESINA: VIAGGI SOLO NEI RESORT. A seguito dei violenti scontri, ieri la Farnesina ha sconsigliato intanto i viaggi in Egitto con destinazioni diverse dai resorts situati nelle località turistiche del Mar Rosso (Sharm el Sheikh, Marsa Alam, Berenice e Hurgada) e in quelle della costa nord (Marsa Mathrou, El Alamein). Qui, al momento, spiega il ministero degli Esteri, non si registrano incidenti, anche se, in ragione del continuo evolvere degli eventi non sono da escludere azioni dimostrative legate alla situazione di generale instabilità del Paese. Si suggerisce fortemente di evitare escursioni fuori dalle mete turistiche e in particolare nelle città, prosegue la Farnesina, ricordando che lo stato di emergenza e il coprifuoco potrebbero comunque creare disagi anche nelle suddette località turistiche. “A causa della presenza di un quadro di sicurezza altamente precario in Nord Sinai – precisa ancora il ministero – si sconsigliano viaggi e spostamenti in tale regione”.

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