Beirut (Libano), 15 ago. (LaPresse/AP) – Torna la paura in Libano. A poco più di un mese dall’esplosione di un’autobomba che a Beirut provocò oltre 50 feriti in un quartiere roccaforte di Hezbollah, oggi un’altra autobomba è saltata in aria in una zona vicina, anche in questo caso bastione di Hezbollah, provocando almeno 18 morti e oltre 280 feriti. Si tratta del peggiore attentato nel sud di Beirut dal 1985, quando una bomba a bordo di un furgone esplose nel distretto di Beir al-Abed provocando 80 morti; in quel caso era un tentativo di assassinio contro il religioso sciita Mohammed Hussein Fadlallah. Le nuove violenze accrescono i timori che il Libano venga trascinato sempre di più in una guerra civile settaria scatenata dal conflitto in corso nella vicina Siria. L’attacco è stato rivendicato da un gruppo islamico finora sconosciuto, che dice di chiamarsi ‘Brigata di Aisha la madre dei credenti’, che ha invitato i civili a tenersi lontani dalle roccaforti di Hezbollah in futuro.
AUTOBOMBA IN ROCCAFORTE HEZBOLLAH. La forte esplosione si è verificata nel pomeriggio nel distretto di Rweiss, uno dei principali centri di sostegno a Hezbollah. Precisamente l’attentato è avvenuto su una grande strada che separa il quartiere di Rweiss da quello Beir al-Abed, a circa 100 metri di distanza dal complesso di Sayyed al-Shuhada, dove Hezbollah tiene di solito le sue manifestazioni. È in questa struttura che lo scorso 2 agosto il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha fatto una rara apparizione pubblica rivolgendosi a centinaia di sostenitori. Il bilancio, secondo la tv di Hezbollah Al Manar e secondo la Croce rossa, è di 18 morti e oltre 280 feriti e decine di persone sono rimaste intrappolate in auto ed edifici in fiamme. Alcuni combattenti di Hezbollah, nel panico, hanno sparato colpi in aria per farsi largo e hanno sequestrato ai fotografi le macchine fotografiche.
GRUPPO RIVENDICA ATTACCO. Un gruppo islamico finora sconosciuto, che dice di chiamarsi ‘Brigata di Aisha la madre dei credenti’, ha rivendicato l’attentato con un video pubblicato su YouTube. Nel filmato, il gruppo afferma che si tratta del secondo “messaggio” dopo l’esplosione del mese scorso nella stessa zona, assumendosi di fatto anche la responsabilità dell’attentato dello scorso 9 luglio. Nel video si invitano i civili a tenersi lontani dalle roccaforti di Hezbollah in futuro, dicendo che il gruppo militante è “un agente di Iran e Israele”. Non è stato possibile verificare in modo indipendente l’autenticità del video. “Il nostro secondo messaggio è stato forte e sorprendente”, dice un uomo mascherato che legge la dichiarazione affiancato da altri due uomini armati e mascherati.
L’ATTENTATO DEL 9 LUGLIO. Si tratta del secondo attentato in poco più di un mese. Lo scorso 9 luglio un’autobomba esplose nel vicino distretto di Beir al-Abed, anch’esso a maggioranza sciita, provocando 53 feriti e scatenando il panico. L’esplosione infatti, era una delle peggiori avvenute nella zona dalla fine della guerra civile in Libano, durata 15 anni e che si è conclusa nel 1990. E le immagini mandate in onda dalla televisione hanno fatto ritornare alla mente i ricordi di quel conflitto, quando erano frequenti le esplosioni di autobombe. Da allora si sono verificati più volte attentati a politici e giornalisti con autobombe, ma sono state rare le esplosioni tra la folla senza obiettivi specifici.
DOMANI LUTTO NAZIONALE. Per domani il premier libanese, Najib Mikati, ha dichiarato un giorno di lutto nazionale. Un deputato di Hezbollah, Ali Ammar, ha definito quello di oggi un attacco “terroristico” e ha invitato i sostenitori del gruppo alla moderazione, suggerendo che i rivali politici all’interno del Libano siano responsabili di avere creato un’atmosfera che incoraggia questo genere di attacchi.
TENSIONI FRA SCIITI E SUNNITI ANCHE DOVUTE A SIRIA. In Libano sono in aumento le tensioni fra sciiti e sunniti, anche per effetto della guerra nella vicina Siria: i ribelli siriani sono perlopiù sunniti e vengono appoggiati dalla parte sunnita della popolazione libanese; il gruppo Hezbollah è invece sciita e molti sciiti libanesi sostengono Bashar Assad, che è un membro della setta alawita, derivata dall’islam sciita.
LEGAMI CON SIRIA E ATTACCHI PRECEDENTI. Alcuni gruppi di ribelli siriani hanno minacciato di colpire il Libano dopo che Hezbollah, sciita appunto, si è schierato apertamente a fianco di Bashar Assad inviando propri militanti in Siria per unirsi all’esercito nella battaglia contro i combattenti dell’opposizione. L’intervento dei combattenti di Hezbollah è stato fondamentale per il regime di Assad nella riconquista della città strategica di Qusair, vicino al confine libanese, della quale il governo ha ripreso il controllo il 5 giugno scorso. A maggio due razzi hanno colpito una roccaforte di Hezbollah nel sud del Libano, ferendo quattro persone. Il lancio avvenne alcune ore dopo che il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, aveva promesso in un discorso di aiutare Assad a vincere la guerra civile in Siria. A giugno un razzo colpì la stessa zona senza provocare vittime.
CONDANNA DA USA E REGNO UNITO. Stati Uniti e Regno Unito hanno condannato l’attacco di oggi. L’ambasciatrice degli Usa in Libano, Maura Connelly, con un commento pubblicato sulla pagina Facebook dell’ambasciata ha invitato e parti a mantenere calma e moderazione. Inoltre il responsabile del Foreign Office britannico per la politica in Medioriente, Alistair Burt, ha condannato l’attentato di Beirut e ha invitato “lo Stato libanese a indagare urgentemente e a portare i responsabili davanti alla giustizia”.
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