Egitto, nuovo massacro in Giorno della rabbiaUe si mobilita. Farnesina: Stop ai viaggi

Il Cairo (Egitto), 16 ago. (LaPresse/AP) – Nuove violenze in Egitto dove oggi almeno 64persone sono morte nella ‘Giornata della rabbia’, in cui migliaia di sostenitori dei Fratelli musulmani sono scesi in strada. Un’ondata di proteste indetta per denunciare il brutale assalto compiuto dalle forze di sicurezza mercoledì ai sit-in dei sostenitori di Mohammed Morsi. Secondo fonti della sicurezza, le vittime odierne sono 56 civili e otto poliziotti. Intanto la Farnesina lancia l’allarme viaggi e i leader dell’Ue si mobilitano per chiedere un immediato incontro e affrontare la situazione.

CORTEI AL CAIRO. Oggi migliaia di sostenitori di Morsi si sono riversati per le strade all’uscita dalle moschee dopo la preghiera di mezzogiorno del venerdì, mentre veicoli blindati dell’esercito hanno circondato molte strade della capitale e soldati armati si sono posizionati negli incroci chiave. La zona della moschea di Rabaah al-Adawiya è rimasta il punto di riferimento principale, nonostante la devastazione dopo lo sgombero di mercoledì. In città gli scontri sono scoppiati prima nella zona del ministero degli Esteri, secondo quanto riferisce un giornalista di Associated Press sul posto, che ha visto i manifestanti e alcune persone sotto il ponte lanciarsi a vicenda sassi e bottiglie. Piazza Tahrir, epicentro delle proteste del 2011 e dove i manifestanti anti Fratellanza sono accampati da settimane, è stata bloccata da carri armati e filo spinato per evitare che i pro-Morsi entrassero nell’area.

STRAGE A PIAZZA RAMSES. Successivamente i Fratelli musulmani hanno invitato i sostenitori a dirigersi verso piazza Ramses, non lontano da Tahrir e vicino alla principale stazione dei treni del Cairo. Qui almeno 12 persone, secondo quanto riferiscono fonti della sicurezza, hanno perso la vita negli scontri tra vigilantes armati e sostenitori dei Fratelli musulmani. Al Jazeera fornisce un bilancio più grave: almeno 95 vittime, dovute anche all’attacco compiuto dagli elicotteri dell’esercito. Sempre nella zona, i fotografi di Associated Press hanno visto diversi morti nella moschea di al-Fath, trasformata in un ospedale da campo. Alcuni sembrano deceduti dopo essere stati raggiunti alla testa e al petto da colpi di arma da fuoco durante un attacco a una stazione di polizia.

MORTI AD ALESSANDRIA, ATTACCHI A CHIESE. Scontri anche in altre città. Dieci persone sono morte ad Alessandria, dove ci sono stati scontri tra manifestanti pro-Morsi e loro rivali. Violenze anche nella provincia di Fayoum, appena a ovest della capitale, dove 11 persone sono morte mentre tentavano di assalire il principale edificio della sicurezza. I disordini sono scoppiati anche in altre cinque province. In quella meridionale di Minya due chiese sono state attaccate dai manifestanti. Nei pressi di altri edifici cristiani del Paese i residenti hanno formato catene umane per evitare ulteriori assalti e un civile è morto mentre provava a difendere una chiesa a Sohag, a sud del Cairo. Molti sostenitori di Morsi hanno criticato la minoranza cristiana del Paese per aver sostenuto il colpo di Stato e questa settimana decine di chiese sono state attaccate.

FARNESINA: STOP AI VIAGGI. Nel pomeriggio, il ministero degli Esteri italiano è nuovamente intervenuto per sconsigliare i viaggi in tutto l’Egitto. Ai turisti già nel Paese nordafricano il ministero, attraverso una nota pubblicata sul sito, suggerisce di ‘evitare escursioni fuori dalle installazioni turistiche e in particolare nelle città’.

UE: PRESTO VERTICE MINISTRI UE. E per tutto il giorno, mentre non si placavano le violenze, i ministri degli Esteri e i leader dell’Unione europea hanno tenuto colloqui durante cui hanno concordato sulla necessità di tenere presto un vertice straordinario per trovare una strategia comune e rispondere all’emergenza. Da Hollande a Merkel, da Letta a Bonino, passando per Catherine Ashton, Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza dell’Ue. La riunione dovrebbe tenersi già a inizio settimana, potenzialmente lunedì o martedì.

CONDANNE INTERNAZIONALI, BONINO: USO FORZA INACCETTABILE. La condanna delle violenze è arrivata da moltissimi Paesi. Dalla Francia alla Spagna, dalla Tunisia all’Argentina e all’Afghanistan. Anche il ministro degli Esteri italiano, Emma Bonino, ha espresso il suo disappunto. ‘Dall’uso brutale e inaccettabile della forza da parte delle Autorità interinali – ha affermato in una nota oggi – emerge un preoccupante quadro di violazioni dei diritti umani, che contrasta fortemente col dovere fondamentale del Governo e dell’esercito di proteggere i propri cittadini e di garantire la sicurezza di tutti i luoghi di culto’. ‘In questo modo – aggiunge la ministra – si allontanano le prospettive di riavvio del processo di transizione verso nuovi assetti democratici nei quali possano riconoscersi tutte le componenti del popolo egiziano’. Ieri Bonino aveva convocato l’ambasciatore egiziano, Amr Mostafa Kamal Helmy, al quale ha sottolineato che l’Italia si aspetta che in Egitto cessino al più presto lo stato di emergenza, ogni tipo di violenza da parte di tutte le parti coinvolte, la repressione e gli arresti politici indiscriminati, e che le forze di sicurezza egiziane improntino la loro condotta al criterio del massimo autocontrollo.

IL BAGNO DI SANGUE DI MERCOLEDI’. L’ultima ondata di violenze è iniziata mercoledì, quando i raid simultanei lanciati in mattinata dalle forze di sicurezza per sgomberare i sit-in dei sostenitori di Morsi hanno dato il via a vere e proprie battaglie di strada al Cairo e in altre città. I violenti sgomberi hanno coinvolto due accampamenti pro-Morsi: uno più piccolo vicino all’università e il principale nei pressi della moschea di Rabaah al-Adawiya, nel quartiere orientale di Nasr City. L’ultimo bilancio ufficiale è di 638 morti e 3.994 feriti. Dei morti, 288 sono stati uccisi nello sgombero di Nasr City, 90 nel raid del campo più piccolo in piazza al-Nahda, vicino all’università del Cairo, e gli altri negli scontri scoppiati fra pro-Morsi e forze di sicurezza o anti-Morsi sia nella capitale che in altre città. Si è trattato del giorno con il maggior numero di morti in Egitto dalla rivolta popolare del 2011, che portò alla cacciata di Hosni Mubarak dando il via a due anni di instabilità.

CORPI AMMASSATI IN MOSCHEA-OBITORIO. Molti corpi dei sostenitori di Morsi sono stati ammassati nella moschea di el-Iman, dove fonti della Fratellanza denunciano che stanotte la polizia è intervenuta lanciando lacrimogeni. Inizialmente il portavoce del ministero della Sanità, Mohammed Fathallah, aveva riferito che questi cadaveri della moschea-obitorio non erano inclusi nel conteggio ufficiale delle vittime, ma non è chiaro se nell’ultimo bilancio siano stati invece inseriti. Una lista appesa alla parete della moschea elenca 265 nomi di persone che si ritiene siano state uccise nello sgombero del sit-in di Rabaah al-Adawiya. Secondo un volontario che aiuta le famiglie a ritrovare i propri cari, Omar Houzien, i corpi sono stati trasportati nella moschea da un centro medico che si trovava nell’accampamento nelle ultime ore del raid perché si temeva che potessero essere bruciati. ‘Dio si vendicherà su di te, el-Sissi’, gridava una donna riferendosi al capo dell’esercito e ministro della Difesa, il generale Abdel-Fatah el-Sissi.

LE VIOLENZE DI IERI. Violenze si erano verificate anche ieri, quando centinaia di sostenitori dei Fratelli musulmani hanno assaltato e dato fuoco a due sedi del governo a Giza. Sul suo sito, IkhwanOnLine, la Fratellanza afferma che migliaia di sostenitori hanno marciato a Giza ma sarebbero stati attaccati da milizie pro esercito. Scontri ieri anche ad Alessandria, dove decine di persone sono rimaste ferite negli scambi a fuoco fra pro e anti Morsi, e nella città di El-Arish nel nord del Sinai, dove almeno sei poliziotti sono morti. Da mercoledì il governo egiziano ha imposto per un mese lo stato d’emergenza in tutto il Paese e il coprifuoco dalle 19 alle 6 al Cairo e in una decina di altre province.

ONU CHIEDE STOP VIOLENZE. Nella notte si era riunito il Consiglio di sicurezza dell’Onu, per un briefing di emergenza sull’Egitto richiesto da Regno Unito, Francia e Australia. Al termine dell’incontro l’ambasciatore dell’Argentina presso le Nazioni unite Maria Cristina Perceval, che detiene la presidenza, ha detto che il Consiglio Onu invita il governo dell’Egitto e i Fratelli musulmani a esercitare ‘massima moderazione’ e a porre fine alle violenze. Non si è trattato di una dichiarazione ufficiale del Consiglio ed è stata dunque la risposta di livello più basso che l’organo potesse dare, il che riflette le profonde differenze fra i suoi 15 membri.

LA CONDANNA DI OBAMA E LA REAZIONE DEL CAIRO. Dopo la dura condanna delle violenze da parte anche di Barack Obama, intervenuto sull’Egitto dall’isola di Martha’s Vineyard dove si trova in vacanza, nella notte è arrivata la replica della presidenza egiziana. La posizione espressa da Obama, che ha anche annullato le esercitazioni militari congiunte Usa-Egitto in programma per settembre, ‘non è basata su fatti e può incoraggiare gruppi militanti violenti’, ha avvertito Il Cairo. La presidenza ha inoltre affermato che ‘l’Egitto gode di piena sovranità e indipendenza nelle sue decisioni’.

DA DESTITUZIONE MORSI A DIMISSIONI ELBARADEI. Mohammed Morsi è stato destituito lo scorso 3 luglio e al suo posto si è insediato un governo ad interim, sostenuto dai militari, con Adly Mansour presidente e il generale Abdel-Fatah el-Sissi ministro della Difesa. Da allora Morsi si trova agli arresti e il Paese è spaccato fra sit-in pro-Morsi e detrattori dell’ex presidente. Il mese scorso era stato nominato vice presidente Mohamed ElBaradei, premio Nobel per la Pace, che si è però dimesso a seguito del bagno di sangue di mercoledì e dell’imposizione dello stato di emergenza e del coprifuoco per un mese.