Cebu (Filippine), 17 ago. (LaPresse/AP) – È di almeno 31 morti e 171 dispersi il bilancio dell’incidente avvenuto ieri nel mare al largo delle Filippine tra un traghetto che trasportava 752 passeggeri, tra cui molte donne e bambini, e una nave cargo. Secondo dati forniti Joseph Abaya, segretario dei Trasporti e delle comunicazioni, a bordo della nave viaggiavano 715 passeggeri e 116 membri dell’equipaggio. Presenti anche stranieri che, spiega Abaya, “stanno tutti bene”, tranne un cittadino neozelandese che si trova in ospedale. Secondo il capo della guardia costiera, Weniel Azcuna, il numero dei dispersi potrebbe scendere quando saranno ufficialmente conteggiati i membri dell’equipaggio che sono riusciti a mettersi in salvo.
LA COLLISIONE. Il capitano della imbarcazione Mv, Thomas Aquinas, ha ordinato l’abbandono nave quando questa si è inclinata e ha iniziato ad affondare pochi minuti dopo lo scontro con il cargo Mv Sulpicio Express. Alcuni dei dispersi, spiega il vice capo della guardia costiera Luis Tuason, potrebbero essere rimasti intrappolati nel traghetto, affondato nelle acque profonde 33 metri al largo della città di Talisay, a circa 570 chilometri da Manila.
I SOCCORSI. Nelle prime ore della mattina, i sommozzatori hanno recuperato almeno altre quattro persone senza vita. I giornalisti sul posto, a circa 2 chilometri dalla spiaggia, parlano di corpi ricoperti dal carburante e dal petrolio fuoriusciti dalla nave. “Ci potrebbero essere altri corpi qui, ma dentro ci sono delle funi in cui i nostri sub potrebbero rimanere impigliati”, ha spiegato Tuason. La guardia costiera invierà altri soccorritori muniti di equipaggiamento per acque più profonde, per aiutare a recuperare i corpi.
L’AIUTO DEI PESCATORI. Ancora non sono chiare le circostanze dello schianto, su cui sarà avviata un’indagine. In una nota, 2Go riferisce che il traghetto “è stato colpito, secondo quanto riportato” dal cargo, subendo “il danno più grave che ha portato al suo affondamento”. Ai soccorsi hanno preso parte anche i residenti locali, come l’ex pescatore Danny Palmero che assieme ad alcuni amici ha messo in salvo sette persone. “Abbiamo preso i sopravvissuti e lasciato i morti in acqua. Ho sentito urla e pianti”, racconta. I membri dell’equipaggio, ha spiegato l’uomo, gettavano giubbotti di salvataggio alle persone in acqua, mentre sul cargo era ben visibile un grande squarcio sulla parte anteriore.
IL RACCONTO DEI SOPRAVVISSUTI. Centinaia di passeggeri, non appena il traghetto ha iniziato ad affondare, sono saltati nell’oceano. Raccontando i momenti drammatici, Rolando Manliguis ricorda che stava guardando un gruppo suonare dal vivo quando, spiega, “improvvisamente ho sentito un suono come un’esplosione. Ho iniziato a pensare a mio figlio. È una buona cosa che qualcuno ci abbia immediatamente aiutati”. La nave passeggeri proveniva da Nasipit, nella provincia di Agusan del Sur, nel sud delle Filippine. Era lunga 138 ed è affondata nel giro di 30 minuti.
PRECEDENTI. Il Paese asiatico non è nuovo a tragedie del mare. Nel 1987 il traghetto Dona Paz affondò dopo essersi scontrato con una nave cisterna. Nell’incidente morirono 4.341 persone. Nel 2008, invece, il traghetto Mv Princess of the Stars si rovesciò durante un tifone, 800 le vittime.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata